14-20 novembre 2016_Milano
1. Milite ignoto di Mario Perrotta al Piccolo Teatro Studio Melato
“A volte mi paio uno, a volte un altro… Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti sparati, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri”. Mario Perrotta con il suo Milite ignoto – quindicidiciotto porta sul palco del Piccolo un pezzo di storia, un brandello di memoria del nostro paese raccontato attraverso un fondersi di tanti dialetti diversi, la lingua dei soldati italiani che si trovano a combattere nelle trincee, soldati diversi per nascita, ma uguali nella morte. Traendo ispirazione dai lavori di Nicola Maranesi e Pier Vittorio Buffa, Perrotta ci parla di un conflitto sempre più spersonalizzato e meccanico, ma lo fa in soggettiva, scegliendo come lente gli occhi dei singoli che l’hanno vissuta, nel pieno rispetto del compito del suo teatro: “esaltare le piccole storie per gettare altra luce sulla grande storia”. Prima parte di un progetto più ampio dedicato alla Grande guerra, lo spettacolo (qui la nostra recensione) è stato inserito tra gli eventi ufficiali per il centenario della Prima guerra mondiale.
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2. L’eclisse di Francesco Frongia al Teatro Elfo Puccini
Francesco Frongia, dopo aver portato in scena nel 2010 la prima pièce teatrale del dittico Nel buio dell’America, torna oggi a confrontarsi con la grande scrittrice americana Joyce Carol Oates, e lo fa curando la regia de L’eclisse, uno spettacolo che parla di una madre e di una figlia, e del loro difficile quanto controverso rapporto. Muriel (interpretata da Ida Marinelli) è un’ex professoressa che vive in un mondo tutto suo, fatto di sogni e soprattutto di incubi. Stephanie (Elena Ghiaurov), sua figlia, è un’attivista determinata che si prende cura di Muriel con dolcezza, tra sfide e confronti, cercando di non soccombere di fronte alla demenza incalzante della madre. Ma quali armi possono reggere di fronte all’eclisse della ragione? È “un testo commovente, caustico e divertente che racconta di […] quanto è difficile vivere insieme”, dice Frongia che, nella sua regia, ci mostra come “le pieghe” di una relazione, a poco a poco possano farsi “piaghe”. Il legame madre-figlia si ribalta in un rapporto vittima-carnefice dove a comandare non è solo l’amore ma una vera e propria dipendenza affettiva, facendo nascere, spontanea, una domanda fondamentale: fino a che punto è giusto sacrificarsi?
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3. Erodiàs con Federica Fracassi, regia Renzo Martinelli a Teatro i
Conturbante, violento, straziante. Erodiàs, il secondo dei Tre lai, rivive in tutto il suo splendore linguistico, neologico e musicale nell’interpretazione di Federica Fracassi, in quello che è l’appuntamento conclusivo del percorso d’indagine dedicato da Teatro i alla figura di Giovanni Testori. Un cammino articolato che ha visto nelle sue tappe diversi contributi importanti: tra gli altri quelli di Giovanni Agosti e Sandro Lombardi, di Franco Branciaroli e Andrée Ruth Shammah. Erodiàs è sicuramente uno dei titoli più suggestivi del corpus teatrale testoriano: una potenza emotiva e angosciosa anima il racconto dell’amore impossibile di Erodiade nei confronti di Giovanni Battista. Una passione che la Fracassi porta sulla scena con una profondità tutta femminile: come superare un amore che genera tormento? Come comprendere un Dio che si è fatto uomo? Come ritrovare il senso del mondo, il centro di se stessi? Erodiàs è l’incarnazione delle opposizioni eterne, carne e spirito, insipienza e verità, amore e morte. Una tappa importante per un viaggio nell’universo testoriano.
#provadattore #Giovanni Testori #classicicontemporanei
a cura di Chiara Andreatta