21-27 novembre 2016_Milano
1. Domini Pùblic di Roger Bernat al cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco
A ZonaK, non è un mistero, piacciono i FOCUS. La rassegna Play K(ei) – Chi siamo? nasce proprio dalla volontà di affrontare e mettere a sistema alcune precise tematiche: genere, identità, ma anche indagini sull’Europa e su realtà nazionali specifiche. È stato così in apertura di questa quarta edizione con il FOCUS Svizzera, sarà così in chiusura (dal 26 novembre al 4 dicembre 2016) con la Catalogna. ZonaK torna quindi a esplorare il tema del rapporto tra culture locali e identità europea e lo fa con Roger Bernat, teorico del “teatro partecipativo”, che porta al Castello Sforzesco il suo primo lavoro, Domini Pùblic. Una performance ludica dove lo spettatore è, nel vero senso della parola, costretto a prendere una posizione, muovendosi nello spazio, divenendo attore e assumendo una precisa fisionomia sociale (ribelle, poliziotto o personale della Croce Rossa), addirittura inscenando una guerra, tutto tramite ordini impartiti tramite auricolari dai membri della compagnia FFF (The Friendly Face of Fascism). Un gioco, che come tutti i giochi serve a divertire, ma anche a imparare, perché secondo le parole di Bernat: “ogni persona deve accettare il ruolo che sta giocando e prendere coscienza del fatto che, ciò che apparentemente sembrerebbe essere naturale, è solamente un gioco di identità”.
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2. Dialoghi degli dei di Massimiliano Civica al IIS Cremona
I Dialoghi degli dei di Luciano di Samosata sono uno dei più evidenti casi di “abbassamento del sublime”: gli amori, i tradimenti e i bisticci di dei e semidei sono trattati con un tono semplice e ironico, a mostrare la vicinanza tra questi grandi personaggi e i problemi di tutti i giorni. Un’operazione di geniale “normalizzazione” che rischia però di essere vanificata dal tempo, che ha fatto di Luciano e della sua opera materia seriosa, degna di quel polveroso sussiego che si imputa a tanti autori classici. Ma come reagiscono invece gli studenti davanti alle avventure rocambolesche e prurigginose delle divinità? Massimilano Civica ha raccolto questa domanda, mettendo in scena, insieme alla compagnia dei Sacchi di sabbia, una doppia rappresentazione (qui la recensione del debutto in occasione del festival di Castiglioncello): gli dei che pronunciano i loro dialoghi, e un’insegnante che li commenta a due alunni agli antipodi (tanto solerte il primo, quanto svogliato il secondo!). Un tipico esempio di teatro nel teatro, ma anche di scuola nella scuola: l’opera infatti, guadagna ulteriore significato proprio per la location della replica milanese (data unica lunedì 21, nell’ambito della rassegna Stanze), l’Istituto d’Istruzione Superiore Luigi Cremona.
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3. Collaborators di Bruno Fornasari al Teatro Filodrammatici
Cosa sarebbe venuto fuori da una collaborazione tra l’autore de Il maestro e Margherita, Mikhail Bulgakov, e il feroce dittatore Iosif Stalin, impegnati nella stesura di un’opera celebrativa di quest’ultimo? Sarebbe stato possibile, e che conseguenze avrebbe avuto su questi due diversissimi rappresentanti della Russia del primo Novecento? Se lo è domandato John Hodge, drammaturgo teatrale e cinematografico (sue le sceneggiature di Trainspotting o The Beach, ad esempio), scrivendo Collaborators, un’opera che indaga sulla libertà di espressione, il rapporto tra arte e potere, e come questi due poli si attraggano e respingano continuamente. Bruno Fornasari, direttore artistico del Teatro Filodrammatici, porta in scena questo testo insieme ai suoi principali collaboratori, il duo composto da Tommaso Armadio ed Emanuele Arrigazzi e con una messa in scena sontuosa, comprendente anche i musicisti della New Made Ensemble e la pianista Rossella Spinosa.
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a cura di Michele Spinicci