1. Bestie di scena di Emma Dante al Piccolo Teatro Strehler
Dopo Le sorelle Macaluso e Operetta burlesca, il palcoscenico del Piccolo Teatro è pronto ad accogliere un altro lavoro della regista e autrice siciliana Emma Dante, questa volta impegnata in una produzione pensata per lo spazio scenico del Teatro Strehler. “Bestie di scena ha assunto il suo vero significato nel momento in cui ho rinunciato al tema che avrei voluto trattare. Volevo raccontare il lavoro dell’attore, la sua fatica, la sua necessità, il suo abbandono totale fino alla perdita della vergogna e alla fine mi sono ritrovata di fronte a una piccola comunità di esseri primitivi, spaesati, fragili, un gruppo di imbecilli che come gesto estremo consegnano agli spettatori i loro vestiti sudati, rinunciando a tutto”. Così Emma Dante presenta il suo lavoro: una riduzione all’essenziale, oltre la maschera dell’attore, la maschera dei vestiti, addirittura la maschera del corpo umano. Uno spettacolo che sfida lo sguardo dello spettatore e che costringe a riconsiderare i concetti di vergogna e di identità.
Per celebrare questo sodalizio artistico, il Piccolo Teatro ha organizzato una serie di incontri con l’obiettivo di raccontare la poetica di Emma Dante e permettere a pubblico e operatori di avvicinarsi al suo mondo (qui il calendario completo).
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2. Attends, attends, attends… (pour mon père) di Jan Fabre al Crt-Teatro dell’arte
Uno dei nodi primari della nostra identità è quello che ci lega al nostri padri, reali, putativi e metaforici. Lo sa bene Jan Fabre, artista belga che un anno e mezzo fa ha presentato a Roma la grandiosa maratona Mount Olympus, ispirata agli antichi riti del teatro greco. Con Attends, attends, attends… (pour mon père) il tema viene sviluppato in maniera più diretta e, insieme, discreta. Lo spettacolo mette in scena un dialogo immaginario tra un padre sul punto di morire e il figlio che lo prega di aspettare, concedergli i suoi tempi di crescita e vita. Lo spettacolo di Fabre incrocia la danza, il teatro e la poesia per disegnare un racconto atemporale e astratto e, allo stesso tempo, vicinissimo al vissuto. L’intero lavoro infatti si ispira dichiaratamente alla vita dell’unico interprete Cédric Charron, con il quale Jan Fabre collabora da più di dieci anni.
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3. A House in Asia di Agrupación Señor Serrano al Crt Teatro dell’arte
Grande attesa per la compagnia spagnola vincitrice del Leone d’argento per l’innovazione alla Biennale del 2015, che torna a Milano dove, a dicembre, aveva presentato Birdie e Katastrophe, grazie agli sforzi di Zona K. E proprio per chiudere il FOCUS WAR dell’associazione di via Spalato che gli artisti catalani sbarcano adesso al Crt con un altro lavoro, fedele alla poetica che li contraddistingue: l’uso innovativo delle tecnologie in ambito teatrale. Grazie a un attento bilanciamento di performance, riprese live, video e modellini in scala viene ricostruita la vicenda della localizzazione e della cattura di Osama Bin Laden, nome in codice “Geronimo”. Un ritratto pop della modernità in cui la caccia all’uomo diventa metafora per raccontare di noi, del XXI secolo e di ciò che l’ha generato. Chiave di volta, la multidimensionalità e la sovrapposizione di diversi livelli di realizzazione scenica che costringono l’occhio di chi guarda a ricomporre un mosaico di stimoli e suggestioni.
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a cura di Chiara Marsilli