8 – 14 maggio 2017

1. Soudain l’été dernier di Stéphane Braunschweig al Piccolo Teatro Strehler

Da Parigi a Milano: per festeggiare l’anniversario dei suoi settant’anni, il Piccolo teatro di Milano (e d’Europa) si regala la regia di Stéphane Braunschweig, attuale direttore artistico de l’Odéon di Parigi. Soudain l’été dernier prende le mosse dalla celebre drammaturgia di Tennessee Williams (Suddenly, Last Summer, 1958) senza dimenticare la lezione cinematografica di Joseph L. Mankiewicz che ne fece nel 1959 un famoso adattamento per il grande schermo. Il regista parigino, dal canto suo, decide di puntare l’obiettivo sui violenti meccanismi psicologici delle due donne protagoniste (Catherine Holly e Violet Venable) e di lasciare spazio al mistero che avvolge la morte del poeta Sèbastien Venable. Come distinguere tra verità e allucinazione? “C’est un peu cette énigme que la pièce nous propose de suivre et qu’elle ne résoudra jamais complètement ”, afferma Brauschweig. Meglio allora abbandonarsi al mistero e godersi lo spettacolo.

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2. Ci scusiamo per il disagio de Gli Omini al Teatro Franco Parenti

Una stazione ferroviaria come paradigma della vita. Gente che va, gente che viene. Tanti in attesa, ciascuno il proprio treno. Ma c’è anche un senzatetto, che non parte e guarda gli altri che vanno. L’indagine antropologica condotta dalla compagnia degli Omini sui binari della stazione di Pistoia debutta in forma di spettacolo nel 2015 e apre una riflessione universale. La stazione è il limbo in cui si muove un’umanità accesa e variegata. “Ci scusiamo per il disagio”. Quale disagio? Tra gli annunci degli altoparlanti, tre differenti tipi umani (un marchettaro settantenne, un barbone modenese e una signora dalle mille delusioni amorose) raccontano la loro storia, nella prospettiva di un divertito pessimismo nei confronti della vita.

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3. Timeloss di Amir Reza Koohestani al CRT Teatro dell’Arte

Dal 2001 ad oggi: Amir Reza Koohestani getta uno sguardo sul proprio passato (personale e registico) e riporta sul palcoscenico la coppia protagonista di Dance on Glasses, spettacolo che fece conoscere al mondo l’allora giovane regista iraniano. In Timeloss i due interpreti si misurano con un passato ormai irreparabilmente perduto. Sullo sfondo sono proiettati video estratti da Dance on Glasses in cui vediamo i giovani alter-ego dei due protagonisti. La scena è buia. Incorniciati in due quadrati di luce, l’uomo e la donna, ormai adulti e disillusi, si trovano seduti ciascuno al proprio tavolo mantenendo le distanze. Ma cosa ha generato la frattura tra i due? L’interrogativo rimane senza risposta. Il richiamo ai cambiamenti politici iraniani è indiretto e al tempo stesso inevitabile.

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a cura di Veronica Polverelli