2 – 8 ottobre 2017_Milano

1. Home visit Europe di Rimini Protokoll – Zona k
“Quanta Europa c’è in tutti noi?” L’urgenza di questo interrogativo è emersa con tutta la sua forza proprio dalla vicenda della Brexit – se le reazioni all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa sono state tanto accese e diffuse si deve supporre che qualcosa di vitale sia stato toccato. Home visit Europe, che dopo il successo delle puntate primaverili trova un nuovo spazio nella programmazione di Zona K, prende corpo dal superamento dell’idea che “Europa sia un’entità troppo teorica perchè gli individui possano parlarne partendo dalla propria esperienza”. E lo fa secondo i modi che sono propri di Rimini Protokoll, il pluripremiato collettivo tedesco (Haug/Kaegi/Wetzel). Una casa privata milanese, 15 sconosciuti, una performance intima che si sviluppa come gioco di ruolo. Cosa ne verrà fuori? Tutti possono scoprirlo dall’archivio tematico sull’Europa che, performance dopo performance, sta prendendo forma (www.homevisiteurope.org).


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2. Vision Disturbance di Richard Maxwell & New York city players – Crt Triennale Teatro dell’Arte
Se Richard Maxwell – uno dei più celebri autori sperimentali americani, direttore artistico della compagnia New York Players – si è visto lo scorso anno a Bologna con l’applaudissimo The Evening, il team Maxwell-Masciotti manca in Italia dal 2011, anno in cui Vision Disturbance andò in scena durante il festival romagnolo di VIE. La stessa proposta chiama adesso a raccolta il pubblico milanese: una piéce di taglio narrativo presenta “il sogno americano non semplicemente come perduto, ma lo nega alla base”. La scelta di stabilire un saldo canale di comunicazione col pubblico si deve all’influsso della drammaturgia della Masciotti sulla poetica maxwelliana. Questa, lungi dall’essere negata, continua a generare molti dei modi espressivi che già in passato hanno avuto modo di stupire il pubblico italiano (qualcuno ricorderà anche Good Samaritans, presentato nel 2005 alla Biennale di Venezia); uno per tutti: quello di Maxwell è un teatro che “nega l’a-parte teatrale”, pone lo spettatore di fronte a dialoghi che paiono rubati alla realtà, con tutto ciò che questo comporta. Il finale permetterà di capire in che senso.


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3. Tropicana di Frigoproduzioni – Teatro i
“Méntre la tivú (cantáva) méntre la tivú (dicéva) bévila perché é tropicána yé”. Tropicana è un brano del Gruppo Italiano. È stata il tormentone dell’estate ’83, e sicuramente non c’è bisogno di ricordarla ai ventenni di allora: tutti ma proprio tutti l’hanno ballata. Evidentemente però non è mai neanche tramontata, se persino ai più giovani oggi è sufficiente fornire l’attacco del ritornello perché gli sovvenga la melodia. Eppure, questa canzone non è tutta freschezza. L’involucro ritmico cela un significato inquietante, immagini di distruzione. Il progetto di Frigoproduzioni, che arriva a Teatro i dopo il debutto a giugno Primavera dei Teatri, muove dalle problematiche che questo brano pone: perché nessuno ha mai davvero fatto caso al testo della canzone, nonostante si canticchi ormai da decenni? In cosa consiste il suo fallimento comunicativo? Ne nasce un’indagine sull’atteggiamento dell’uomo alla ricerca di un significato che sfugge, o che è lasciato sfuggire per tenere a distanza ciò che è più nero. Per tutti, non solo per nostalgici.

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a cura di Federica Monterisi