23-29 ottobre 2017_Milano
1. Uomini e no di Carmelo Rifici – Piccolo Teatro Studio Melato
Un tram diviso in due, come una ferita, simboleggia sulla scena la Milano del 1944 durante l’occupazione nazifascista, metafora della lacerazione tra umanità e bestialità raccontata da Elio Vittorini nel suo Uomini e no. Ma il tram non è solo quello ‘simbolico’ e della scenografia di Paolo Di Benedetto, è anche il tram reale che accompagnerà, nel primo weekend di novembre nel corso di un’iniziativa a margine dello spettacolo, gli spettatori nei luoghi simbolo della città, dove si sono svolte le scene più drammatiche e toccanti del romanzo, dove la Storia ha fatto il suo traumatico corso. La vicenda della resistenza partigiana viene interpretata da diciassette giovani attori – della stessa età dei protagonisti del romanzo – guidati da Carmelo Rifici, per riscoprire una sorta di stupore che, secondo il regista, è forse oggi andato perduto. Recuperare la tenerezza e l’ingenuità dei vent’anni, sepolte sotto il linguaggio lucido e neorealista di Vittorini, è stato l’obiettivo della riscrittura di Michele Santeramo, in un’indagine che riporta alla luce domande ancora attuali, a oltre mezzo secolo di distanza dalla guerra. Che cosa è umanità? Cosa invece non lo è? Quanto di umano è racchiuso nella nostra ferocia?
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2. Lecite/visioni – Rassegna di teatro omosessuale promossa dal Teatro Filodrammatici
Nel 2017 la rassegna “illecite/visioni” giunge alla sesta edizione e si rinnova, a cominciare dal titolo che, significativamente, si trasforma in “lecite/visioni”. L’amore, prima senza diritti e illecito, ora per legge (la legge Cirinnà sulle Unioni Civili) non lo è più, ma si continua a insistere sull’idea di visione, perché l’immaginazione resta veicolo fondamentale per promuovere un mondo senza muri, ben distante dalla realtà che viviamo oggi. Il festival esplora il tema dell’omosessualità, dando però voce a linguaggi differenti, dalla danza al monologo al recital. L’apertura al teatro-danza – novità di quest’anno – avviene attraverso due coreografie del collettivo milanese Fattoria Vittadini (iLove e Omosessuale), mentre la musica sarà protagonista di Fri Fri, il concertino varietà sulla canzone ‘diversamente etero’. Con il desiderio di abbattere ogni barriera, una finestra sull’Europa sarà offerta da La Barca Teatro di Madrid, con una pièce, Praga, incentrata sul passato e sul ricordo. Si gioca con le etichette, si lotta contro le definizioni, anche con ironia, nella speranza che questi sguardi e questi occhi oggi ‘diversi’, in futuro non lo saranno più.
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3. Danae Festival – Teatro Out Off e altre sale della città
La settimana teatrale milanese prosegue con l’atteso ritorno del festival Danae curato dal Teatro delle Moire, anche quest’anno all’insegna della contaminazione e della ricerca artistica. Ad aprire la sua diciannovesima edizione sarà una prima nazionale: iFeel4, ultima creazione del campione di disco-dance Marco Berrettini, che abbatterà la tradizionale distinzione tra palco e platea. È solo il primo dei molti artisti, italiani e internazionali, che si alterneranno nel corso del festival: figure poliedriche, che rifuggono ogni definizione, aperte al confronto con un pubblico sempre più ampio. In questa prima settimana, imperdibile la combinazione vertiginosa di teatro e musica di Beato chi ci crede, dell’inedito duo formato da Camilla Barbarito e Ernesto Tomasini; così come Che io possa sparire, spettacolo realizzato “per sottrazione”, che vede sola in scena la sua ideatrice, Milena Costanzo, in un’indagine sulla controversa figura della filosofa Simone Weil. Dalla sovrapposizione di generi diversi, dal prestito e dalla citazione, nasce anche la coreografia Mash, delle due danzatrici Annamaria Ajmone e Marcela Santander Corvalán. Danae prosegue così la linea intrapresa nelle scorse edizioni, proponendo ai suoi spettatori uno sguardo aperto sui diversi linguaggi della performance, una riflessione senza pregiudizi su cosa oggi l’arte abbia da dirci.
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a cura di Sara Monfrini