6-12 novembre 2017_Milano

1. Pinocchio di Antonio Latella al Piccolo Teatro Strehler

Il mondo incantato di Collodi si rovescia in tragedia umana al Piccolo Teatro Strehler, con il ritorno sulla scena del Pinocchio di Latella (la recensione di Stratagemmi), un racconto non più per bambini, che avvolge personaggi e spettatori in un’atmosfera cupa e grottesca. Che cosa c’è ancora da portare alla luce in un testo ormai divenuto classico? È possibile spogliarlo delle innumerevoli interpretazioni depositatesi per oltre cent’anni? Il nodo fondamentale del romanzo di formazione rimane: sono le menzogne degli adulti, le ipocrisie di un mondo che non accudisce e che non si prende cura degli altri. Ma il gigantesco ‘naso’ di legno che sovrasta la scena non si allunga solo con le bugie del burattino, è anche soggetto alla fame e alla lussuria di questo Pinocchio tormentato, che racchiude in sé il ruolo di vittima e di aguzzino. Non c’è spazio per la simpatia né per l’intenerimento nei confronti di una storia a lungo ridotta a fiaba e che ora rivela, con esplicita brutalità, una profondità psicologica del tutto nuova e inquietante.

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2. Il desiderio segreto dei fossili di Maniaci d’Amore nell’ambito di Stanze, presso il Museo di Storia Naturale

Nella cornice insolita della Sala Antartide del Museo di Storia Naturale, il giovane duo Maniaci d’Amore (all’anagrafe Luciana Maniaci e Francesco D’Amore) si apre a un terzo attore (David Meden) per mettere in scena una favola amara ispirata ai testi  di Florenskij, Copi, Genet e Pirandello. Il desiderio segreto dei fossili narra di un mondo dove non accade nulla, dove tutto è assurdamente immobile: sarà un intruso a portare con sé l’unico elemento vitale per spezzare la prigionia di un equilibrio insostenibile. Il nuovo lavoro della coppia siculo-pugliese, vincitore del premio “I Teatri del Sacro” 2017 e presentato a Terreni Creativi 2017 (qui la nostra recensione), indaga, con piglio ironico e tagliente, la paura (attualissima) per la diversità, fino ad esplorarne la materialità più concreta. Se il paradiso è immobilità, è pietra, allora forse la salvezza è una rottura, risiede nel disastro!

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3. Ombretta Calco di Sergio Pierattini al Teatro Elfo Puccini

Una donna accaldata si abbandona su una panchina in un torrido pomeriggio di luglio; accanto a lei, un albero sradicato, corrispettivo botanico della sua complessa e precaria umanità. Due elementi sospesi nel buio della scena, così com’è sospesa la vita della donna tra pensieri, ricordi e disavventure. Milva Marigliano dà voce al monologo serrato e ininterrotto di Ombretta Calco, drammaturgia scritta appositamente per l’attrice da Sergio Pierattini. Un assolo scenico in cui si mescolano ironia e disperazione, vivacità e sofferenza, un flusso di coscienza dove lo spettatore si troverà a confondere spazio e tempo, passato e presente. Commuovere, dicono, sia cosa semplice, difficile – ed è questa la sfida di Ombretta Calco – è invece riuscire a strappare una risata anche nella tragedia, scoprire la comicità nel dolore e nel dramma quotidiani.

#provadattore #monologo #nuovadrammaturgia

 

 

A cura di Sara Monfrini