13-19 novembre 2017_Milano
1. La nostra violenza e la vostra violenza di Oliver Frljić a Zona K
Ha girato mezza Europa, tocca adesso a Milano dare ostello a “uno degli spettacoli più controversi di un regista controverso per definizione”: parliamo di Oliver Frljić, artista croato tra i più accreditati del panorama internazionale. Frljić non cerca la provocazione, si limita “a porre in maniera franca domande ineludibili”, o che tali dovrebbero essere; domande scomode per ogni interlocutore mediatico non appena vengano liberate dall’ovatta retorica con cui di solito sono poste. Siamo disposti ad ammettere che il nostro benessere poggia su migliaia di morti in Medio Oriente? Piangiamo le vittime degli attacchi terroristici in Europa, ma proviamo la stessa empatia per quelle che cadono ‘altrove’? E dunque: dovremmo vergognarci dell’Europa, piuttosto che esserne orgogliosi? Lo spettatore è avvertito: la sua partecipazione allo spettacolo, gli pende sul capo come un sigillo: una volta dentro la consapevolezza, non è più lecito uscirne.
#sguardisulpresente#regiadautore#prosa
A CollettivO CineticO basta pochissimo per dare l’idea della rivoluzione che si è compiuta sulla scena coreutica nell’arco di due secoli. Basta un cambio di genere, quello che trasforma la parola “silfide”, figure della mitologia germanica che davano il nome al primo dei balletti romantici (La Sylphide, del 1832) in “silfidi”, coleotteri necrofagi usati dalla scienza forense per desumere l’ora di un decesso. Sylphidarium di Franesca Pennini svolge una vera e propria ‘autopsia’ del balletto classico chiamando in causa quella Maria Taglioni che dell’opera del 1832 fu silfide celebrata e che ora torna on the ground non solo sulle punte. La nuova prova di CollettivO attesta l’interesse della Pennini per la natura dell’evento performativo; prende atto della morte di compiute forme tradizionali, e riparte da quei resti per “disegnare un nuovo corpo” vitale, sostenuto da un’energia dirompente.
#performance#nuovilinguaggi#danza
3. Trattato di economia di Roberto Castello e Andrea Cosentino al Teatro Elfo Puccini
Pagate il biglietto, superate la naturale diffidenza che la combinazione di parole “economia” e “trattato” suscitano in un programma teatrale, e non ne rimarrete scontenti: anzi, è ben probabile che quanto più forte è la vostra antipatia per la disciplina keynesiana, tanto maggiore sarà per voi il grado di soddisfazione dopo questo spettacolo. E comunque, Roberto Castello e Andrea Cosentino il valore del denaro – almeno così dicono – lo conoscono e mai vi venderebbero di proposito un prodotto scadente! Questa insolita coppia comica, l’uno coreografo e danzatore, l’altro autore-attore dall’inconfondibile cifra stilistica, allestisce “una parodistica conferenza sul rigore delle macro e micro dinamiche economiche, si arrampica su teorie e ipotesi, su dimostrazioni e digressioni di paradossale ma incontrovertibile logicità” – così Andrea Porcheddu, in occasione del debutto dello spettacolo a Festival Teatri Di Vetro, nel 2015. Una divertente riflessione sulle anomalie del mercato, che ben di rado riconosce il valore della massima: il tempo è denaro.
#nuovilinguaggi#provadattore#sguardisulpresente
A cura di Federica Monterisi