20-26 novembre 2017_Milano
1. Revolution Now! di Gob Squad al Crt Teatro dell’Arte (in collaborazione con Zona K)
“Gob Squad love their audiences, and can’t imagine life without them”. É quanto dichiaravano i sette membri del collettivo anglo-tedesco in Are you with us?, la performance half group therapy, half nightmare in cui facevano il punto su vent’anni di sodalizio creativo, riconoscendo il debito d’affetto che li lega al pubblico di tutto il mondo. Gli spettatori sono infatti spesso al centro dei loro lavori: mai fruitori passivi, sempre co-protagonisti nelle vesti più disparate. Accade anche in Revolution Now! dove il pubblico è esortato a trovar ‘per che’ combattere e a unirsi senza remore alla rivoluzione non violenta scatenata in sala. In un mondo costitutivamente instabile, e sempre pronto a elargire “segnali di warning”, una palestra rivoluzionaria torna sempre utile – anche se, per il momento, l’abitudine all’agio e alla comodità risultano sempre potenti deterrenti. E poi, chissà in qual forma si materializzerà la prossima “aria di guerra”? Meglio prevedere tutte le possibilità: anche una diserzione generale dei commessi di H&M, potrebbe essere, ci dicono gli Squad, un segno da non sottovalutare.
#performance#nuovilinguaggi#sguardisulpresente
2. Il giardino dei ciliegi di Lev Dodin al Piccolo Teatro Strehler
Il maestro russo Lev Dodin è ancora una volta di passaggio dal Piccolo Teatro di Milano. Dopo Gaudeamus nel 2016, eccolo fare ritorno a braccetto con Čechov, e, come sempre, con la Maly Teatr al seguito. Questo Il giardino dei ciliegi si offre come una ripresa in veste rinnovata della messa in scena del 1994: altro il cast, altra la scenografia, altri, del resto, gli anni. All’indomani della caduta del muro di Berlino, “la sensazione di incertezza e vulnerabilità riprodotta da Čechov nei suoi testi”, il sentore dell’imminenza della fine di un’epoca e insieme la completa cecità rispetto allo svolgersi del futuro, erano avvertiti dal regista come questioni cocenti di grande attualità. Oggi, afferma Dodin, il futuro di allora l’abbiamo intorno, e forse “le nuove cose arrivate sono molto più spaventose di quelle che sono venute prima. Così anche lo spettacolo è cambiato”. Ed ha ancora qualcosa di nuovo da raccontare.
#regiadautore#internazionale#testodautore
3. L’Operazione di Rosario Lisma al Teatro Franco Parenti
Uno spettacolo sulle Brigate Rosse allestito in un sottoscala da quattro attori che si affannano a cercare la forma scenico-drammaturgica ottimale: una dimensione teatral-spettacolare che non sacrifichi l’accuratezza del dato storico. É questa, per Rosario Lisma, l’occasione per aprire uno spaccato tragicomico sulle dinamiche del mondo del teatro, sulla cittadinanza in esso di forme agli antipodi, e non ultimo, sul ruolo del critico. E infatti mentre la piéce viene lentamente prendendo forma, il pensiero degli attori corre spesso a Lui, “il mammasantissima, quello che atterra e suscita, che condanna e che consola” e che con la sola presenza o assenza – di questo sono convinti i protagonisti – si pronuncia sulla dignità dell’esistenza.
#nuovadrammaturgia#provadattore#sguardisulpresente
A cura di Federica Monterisi