19– 25 febbraio 2018_Milano
1. Il teatro comico di Roberto Latini al Piccolo Teatro Grassi
È ancora fresco il premio UBU 2017 nella categoria “miglior attore o performer”, ma Roberto Latini non sembra volersi fermare e presenta il suo nuovo lavoro, prodotto e ospitato dal Piccolo Teatro di Milano, tratto da Il teatro comico di Carlo Goldoni. “Un Goldoni che gioca a fare Pirandello quasi due secoli prima” chiosa Latini nelle note di regia, sottolineando la portata rivoluzionaria che il commediografo veneziano ha giocato nella storia dell’arte drammatica italiana. Una lezione che in quel di via Rovello conoscono bene attraverso l’Arlecchino strehleriano e che trasforma indirettamente la prova di Latini in un dialogo a distanza che sa un po’ di sfida. Impossibile non vedere nel manichino da crash-test (travestito appunto da Arlecchino) che occhieggia dalla locandina dello spettacolo, un efficacissimo e deflagrante concentrato simbolico di questo incontro.
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2. Acqua di Colonia di Frosini/Timpano al Teatro Filodrammatici
L’immagine di Topolino che combatte coi fascisti in Abissinia vi lascia a bocca aperta? Chissà allora che altro effetto vi farà Acqua di Colonia, “matto e disperatissimo” avanspettacolo che Daniele Timpano ed Elvira Frosini hanno costruito attraverso testi, filmati, pubblicità, canzoni e tutto l’immaginario di uno dei più recenti capitoli della nostra storia: l’espansione fascista in Africa. Uno zibaldino denso e ribollente, quello dell’irriverente duo, che è anche un acuminatissimo pamphlet. Senza temere di essere ironici, arguti e iconoclasti, quasi alla maniera di Arbasino, Frosini/Timpano mettono lo spettatore in una posizione scomoda, che è anche loro: di fronte cioè alla consapevolezza di subire, per ignoranza e per ‘costituzione’ nazionale, l’eredità paternalista e occidentalo-centrica (e in ultima istanza razzista), che il colonialismo italiano ci ha lasciato. Non preoccupatevi, non è un trattato su Salvini. O forse sì?
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3. Io, mia moglie e il miracolo di Punta Corsara al Teatro Fontana
Ne ha fatta di strada Punta Corsara, che da progetto di impresa culturale sotto l’egida di Marco Martinelli del Teatro delle Albe, è diventata nel giro di pochi anni (e molto lavoro) una compagnia fatta e finita con al suo attivo premi e riconoscimenti prestigiosi e addirittura ‘cavalli di battaglia’ come il loro Hamlet Travestie. E vincitore di un premio (Teatri del sacro 2015) è anche Io, mia moglie e il miracolo, drammaturgia originale che Gianni Vastarella scrive e dirige come un noir familiare dai riflessi grotteschi. Sulla scomparsa di una bambina Punta Corsara costruisce una dimensione surreale e inquietante un po’ David Lynch, un po’ teatro dell’assurdo, dove anche la comicità “non porta alla salvazione, ma pone le basi per la prosecuzione della menzogna” (Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica). La famiglia, del resto, non è sempre una questione di sangue?
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Corrado Rovida