12 – 18 marzo 2018_Milano

1. Les Mémoires d’un seigneur di Ballet du Nord- Olivier Dubois alla Triennale Teatro dell’Arte

Giorni danzanti alla Triennale di Milano, dove il 16 e 17 marzo approda “uno dei coreografi più acclamati del mondo”. È Olivier Dubois, che ha abituato il suo pubblico all’inquietante esplorazione dei luoghi più riposti, segreti, spaventosi e, al tempo stesso, seducenti dell’animo umano. Non è da meno Les Mémoires d’un seigneur, angosciosa parabola della corruzione che il potere esercita sull’uomo, conducendolo dal titanismo alla bestialità. L’opera, dalla struttura dualistica, oppone il tiranno (lo straordinario Rémi Richaud) a quaranta ballerini non professionisti, una folla che ora celebra il sovrano, ora lo avversa in uno perpetuo rovesciamento dei rapporti di forza. Un’oscurità abitata da corpi nudi ammassati, arti che si dibattono e mettono in scena una tragicità estenuata, che non può non richiamare nelle atmosfere la lezione del maestro Jan Fabre.

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2. Festival Exister presso Teatro Fontana e DanceHaus

Come ogni altra forma d’arte anche la danza si confronta con le difficoltà del mondo attuale e, allo stesso tempo, con gli eterni problemi dell’uomo. Lo sanno bene gli organizzatori di Exister, il festival della danza contemporanea, che torna dal 14 al 16 marzo al Teatro Fontana e alla DanceHaus di Susanna Beltrami. Il ballo infatti può essere un modo per reagire alla società che sempre più svilisce e imprigiona la fantasia, ma anche il modo per esplorare il millenario mistero dell’esistenza. Le danze si apriranno – si perdoni il calembour – con 4 John, che omaggerà il geniale compositore John Cage tentando parallelamente uno studio sul suono e le reazioni che può suscitare. Più oniriche e surreali invece le atmosfere che invaderanno il Fontana con L’ultimo bohémien e la Lumaca, nuovo lavoro della compagnia VuotoPerPieno, che dalla sua nascita ha come obiettivo quello di ricondurre il gesto banalizzato della quotidianità alla sua originaria pienezza. La rassegna si concluderà infine con due creazioni di Mauro Astolfi e una di Diego Tortelli, tre performance brevi da bersi tutto d’un fiato.

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3. PPP Ultimo inventario prima di liquidazione di Ricci/Forte al Teatro Elfo Puccini

Si può immaginare qualcosa di più difficile che restituire sul palco la complessità di uno dei più grandi artisti del secolo scorso? Ci hanno provato nel 2016 Stefano Ricci e Gianni Forte con questo spettacolo dedicato a Pasolini, e che ora, con un po’ di ritardo, arriva a Milano. La stampa lo ha indicato come una vero e proprio giro di boa per il duo romano, che ha rinunciato a mettere in scena gli aspetti più trasgressivi e provocatori dell’opera del “ragazzo di vita” per soffermarsi invece sulla sua fisionomia intellettuale estremamente sfaccettata. Ricci/Forte partono dalle opere più difficili e oscure di Pasolini (il romanzo incompiuto Petrolio e il film Salò o le 120 giornate di Sodoma), allargando poi lo sguardo ai lavori precedenti, per criticare l’imborghesimento dei costumi e l’omologazione dei linguaggi e al tempo stesso proporre una riflessione sul senso della cultura nell’età contemporanea. Una sfida ambiziosa, che non mancherà di dividere critica e pubblico. Ricci/Forte: o si amano o si odiano nel loro linguaggio scenico dove ad abbondare è spesso il trash e la provocazione apparentemente gratuita. Siete pronti a correre il rischio?

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Andrea Maletto