9-15 aprile 2018_Milano

1. Prisma di Alessandro Sciarroni e Masbedo al Teatro Triennale dell’Arte

Siamo una società di centauri con il corpo di uomini e un monitor al posto della testa? Mancano pochi giorni al MIART e Milano si prepara all’evento già da ottobre con la campagna multimediale Prisma. Un lungo percorso in cui per la prima volta è l’arte a promuovere l’arte e che si concluderà proprio al Teatro della Triennale con la performance realizzata da Alessandro Sciarroni e dai video artisti Masbedo – al secolo Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. Con Prisma il coreografo marchigiano riprende le fila di una riflessione tra arte e società già iniziata in qualche modo col precedente Cowboys, dove il contemporaneo veniva presentato attraverso una maschera di specchio, come se la società attuale rinunciasse alla propria individualità, limitandosi a riflettere la realtà senza mai attraversarla. In Prisma si riconosce invece all’arte la capacità di rispecchiare la realtà modificandola: i volti specchiati riflettono altri volti moltiplicandosi all’infinito e la luce attraversa i corpi con un gioco di rifrazioni che incide inevitabilmente sulla loro essenza. È l’immaginazione, intesa come strumento sociale e politico, a modificare il reale in questo attesissimo debutto.

#miart #performance #prisma

2. Maleducazione transiberiana di Davide Carnevali al Teatro Franco Parenti

A molti sarà capitato di rileggere da adulti la favola di Cenerentola e di stupirsi di quanto sia lontana dalle conquiste della parità di genere. Ma in quanti si sono interrogati sulle condizioni di lavoro di Holly e Benji o hanno azzardato una lettura marxista di Peppa Pig? Lo fa il drammaturgo Davide Carnevali al teatro Franco Parenti, indagando con grande ironia su come gli interessi del marketing si siano appropriati del mondo delle favole per manipolare l’immaginario dei futuri consumatori. Al suo debutto come regista, Carnevali chiama in causa grandi pensatori come Brecht, Benjamin e Fourier, per smascherare come l’innocenza dell’infanzia sia terreno di caccia per le strategie degli adulti. Il fatto di fare riferimento a un immaginario così popolare e condiviso, rende ancora più paradossale e divertente lo spettacolo che nelle tappe precedenti ha continuato a trasformarsi con il contributo attivo degli attori stessi e del pubblico. Ad aleggiare sulla scena e sul pubblico alcuni interrogativi imprescindibili: gli adulti di oggi sono ex vittime o attuali complici di questo sistema? Siamo forse noi, oggi, i cattivi delle favole?

#favoleriviste #psicopedagogia #marketing

3. Abracadabra di Irene Serini al Teatro Out Off

Trenta minuti, come trenta sono stati gli anni di vita di Mario Mieli. Tra i primi a teorizzare il pensiero omossessuale in Italia, Mieli si suicidò giovanissimo e la sua figura scomoda fu dimenticata dalla cultura istituzionale. Oggi Irene Serini riporta in scena con questo breve monologo la sua storia e il suo pensiero, e lo fa con scelte registiche intime e discrete che sembrano voler evitare il clamore e l’eccentricità della vita di Mieli per concentrarsi sull’essenza del suo pensiero. Un pubblico ridotto e disposto circolarmente ascolta il monologo lucido e delirante che ricostruisce, recuperando anche scritti inediti, le teorie avanguardistiche di Mieli senza mai assolvere o giudicare i passaggi più controversi. E proprio all’Out Off, che ha collaborato alla produzione dello spettacolo, Mieli aveva messo in scena nel 1981 il suo allucinato Krakatoa in occasione della rassegna Sei giorni del Monologo.

#gender #monologo #avanguardia

Michaela Molinari