30 aprile-6 maggio 2018 _ Milano
1. Panorama di Motus a Triennale Teatro dell’Arte
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento”, così sancisce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ma migrare è un impulso naturale, oltre che un diritto. Panorama, nuova attesissima produzione dei Motus, è un racconto di storie di migrazioni che si snodano e si riannodano attraverso autobiografie individuali e di gruppo, esperienze che viaggiano prima singolarmente e poi in stormo come uccelli. Al centro dello spettacolo il senso di non appartenenza e la vocazione al nomadismo dell’essere umano, un’esigenza interiore, che esula da qualsiasi categoria individuata dalla politica: c’è chi è costretto a migrare per sopravvivere e chi lo fa per rispondere a un ancestrale e legittimo bisogno di esplorazione e conoscenza. Profondamente immerso nelle contingenze e nelle problematiche dell’attualità, Panorama applica una lente antropologica a riconsiderare le necessità senza tempo dell’essere umano.
#teatrocorale #sguardisulpresente #regiadautore
2. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini al Piccolo Teatro Studio
Il cielo evocato nel titolo non c’è. Al suo posto un fondale nero che, come una grande città, può fagocitare il nostro “Io-obeso” o, al contrario, permettergli di espandersi finché c’è spazio. I quattro attori in scena, spogliati dal personaggio e chiamati con il loro nome di battesimo, ci raccontano la storia di un’umanità “interiore”, meditata e costruita, un’etica personale a cui non siamo sempre all’altezza. Vorremmo essere migliori di ciò che siamo, ma non ci fermiamo a parlare con un’anonima senzatetto nemmeno se in sogno le abbiamo dato il volto di una persona amica. E non saremo mai davvero amici del venditore di rose bengalese, nonostante la sua storia personale ci appassioni. Il calore che cerchiamo diventa così quello artificiale del termosifone, vero protagonista della scarna scenografia. L’intellettualismo ha definitivamente spento l’emotività, fino a renderci schiavi infelici della proiezione razionale e sovrastimata del nostro ego?
#teatroreale#sogno#proiezione#
3. Strategie fatali di MusellaMazzarelli al Teatro Elfo Puccini
Tre piani narrativi che si intrecciano in un complesso multistrato di significati. La chiave di accesso ci viene fornita dal titolo che cita un’opera omonima del filosofo francese Jean Baudrillard. Il teatro qui non è metafora di vita, ma un simulacro di realtà con pieno valore a sé stante. In scena ci sono dunque tre categorie: i personaggi tout-court presi in prestito dall’Otello shakespeariano, meta-personaggi che giocano a interpretare gli attori, e gli attori stessi. Ma questo passaggio di stati, continuo e disorientate, accresce o diluisce il valore dell’arte? Se, come teorizzava Baudrillard, il carico segnico delle cose è così potente che ci porta a dare molto più valore a un diamante (inutile) piuttosto che a una penna (utile), è possibile che l’arte abbia più valore della vita reale? Come funamboli in equilibrio tra tragedia e commedia, Paolo Mazzarelli e Lino Musella si spingono oltre questo confine metafisico a consegnare al pubblico gli interrogativi fondamentali del fare (e vedere) teatro.
#metateatro #provadattore #regiadautore
Michaela Molinari