21-28 maggio 2018_Milano
1. Terror di Kami Manns alla Triennale – Teatro dell’Arte
Un gruppo di terroristi dirotta un aereo di linea sullo stadio di Monaco di Baviera. Il maggiore Koch in pochi minuti deve decidere se abbattere l’areo e salvare i 70.000 tifosi o rischiare sperando di salvare anche i 164 passeggeri dell’aereo. La logica dei numeri può bastare per prendere una decisione così grave? Cosa farebbe ognuno di noi al suo posto? Dopo il grande successo in Germania, la regista Kami Manns mette in scena per il pubblico italiano il romanzo dello scrittore e penalista tedesco Ferdinand von Schirach. Nello spettacolo sarà il pubblico stesso a dover decidere come agire, scoprendo tutta la fallibilità della giustizia e la vulnerabilità della nostra democrazia. E se probabilmente nessuno di noi si troverà mai a dover decidere sulla vita di tante persone, sappiamo come la stessa condizione umana ci metta alla prova quotidianamente con il concetto di “male minore”, sgretolando etica e razionalità. Nel testo di von Schirach, il maggiore Koch viene duramente processato per la sua decisione. E noi, saremmo più clementi con noi stessi?
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2. Atti di guerra di Guinea Pigs a Zona K
il Guinea Pig è un roditore che veniva spesso sottoposto a esperimenti da laboratorio; è quello che in italiano si chiama “cavia” e che oggi, per metonimia, indica qualsiasi essere vivente sottoposto a una forma di sperimentazione. Ed è proprio la sperimentazione il fulcro del lavoro di questa giovane compagnia milanese, che con questo spettacolo porta nel proprio ‘laboratorio scenico’ il tema della violenza. Una violenza attuale, fatta di social bullismo e depredazione del corpo femminile, raccontata attraverso una doppia lente di ingrandimento: da un lato un realismo crudo, dall’altro l’astrazione assoluta. Immersi nel contemporaneo, i Guinea richiamano però nel titolo di questo lavoro un concetto antico come “la guerra che si fregia anche di essere arte“. Eppure la violenza non è mai nobile, sia se fatta in nome di grandi ideali sia se fatta per vacuità: ogni suo atto, anche individuale, non è forse un gesto di guerra contro l’umanità? Per rispondere a questi e ad altri interrogativi primari, i Guinea Pigs fanno un’analisi quasi scientifica della violenza attraverso lo studio del corpo e della parola, della luce e del suono.
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3. Pioggia di Marco Pezza al Teatro Franco Parenti
Sul tema della violenza è anche Pioggia, opera prima che segna il debutto alla regia di Marco Pezza, già attore e volto noto della Confraternita del Chianti, compagnia con cui firma la collaborazione a questo nuovo progetto. Una storia di violenza, si diceva, ma, questa volta, di violenza trattenuta: quella violenza che sta nascosta nelle parole, nei piccoli gesti di ogni giorno tanto che, assuefatti, quasi fatichiamo ormai a riconoscerla in quanto tale. E, benché inesplosa, rimane lì, sotto l’asfalto del nostro vivere quotidiano, a ribollire, ad aspettare il momento buono per liberarsi dalla sua prigione. È proprio questa sottile aggressività a saturare l’aria della stanza della casa cantoniera dove quattro operai e un neofascista (Alberto Astorri, Giovanni Gioia, Alberto Onofrietti,
Marco Pezza, Diego Runko) sono costretti a una convivenza forzosa, in una cattività imposta dalla pioggia che fuori batte incessante. Un clima di tensione asfissiante e minaccioso che però non detona mai: nulla sembra accadere, ma la sensazione è che sia solo una questione di tempo, minuti, forse secondi. Pezza, che con questo lavoro ha vinto il “Premio Ugo Betti” per la drammaturgia contemporanea, ci invita a smarcarci dal politicamente corretto e osservare la nostra società civile un’attimo prima dell’esplosione. Forse per imparare a disinnescarla nella nostra realtà quotidiana.
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Michaela Molinari