1. La buona educazione della Piccola Compagnia Dammacco al Teatro Franco Parenti

Mariano Dammacco, regista e pedagogo a capo della Piccola Compagnia che porta il suo nome, si interroga su cosa sia la trasmissione del sapere. E lo fa nell’ultimo capitolo della Trilogia della fine del mondoL’ultima notte di Antonio (2012) ed Esilio (2016) i due antecedenti – attraverso la vita di una donna non-madre, interpretata da Serena Balivo (Premio Ubu 2017), costretta ad occuparsi dell’educazione di un nipote adolescente. Fedeli alla loro concezione di un teatro accessibile a tutti, la Compagnia coinvolge il pubblico in un processo quasi maieutico. Per stimolare un pensiero individuale e collettivo, si susseguono infatti domande a cui non viene data alcuna risposta preconfezionata. E non è forse questo metodo di conoscenza la risposta stessa a che cosa sia la buona educazione?

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2. Da vicino nessuno è normale di Olinda al Paolo Pini

A quarant’anni dall’entrata in vigore legge Basaglia, torna all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini la rassegna Da vicino nessuno è normale. Giunta ormai alla ventiduesima edizione, per oltre un mese vedrà alternarsi concerti, spettacoli, maratone letterarie e performance. Si è iniziato venerdì scorso con l’Otello Circus, creato dagli attori “professionisti con disabilità” del Teatro la Ribalta, si continua questa settimana con Caffetteria Blu di Giorgina Pi, ma sono tanti i nomi in programmazione da seguire. Tra gli altri, Claudia Castellucci e Chiara Guidi (Il regno profondo.Perchè sei qui?) e il Teatro delle Albe con una lettura antropologica di Cappuccetto Rosso che, dalla tradizione popolare europea, arriverà fino alle coste del Senegal. Ma anche Abbondanza/Bertorni (Gli Orbi), Milena Costanzo (Oh no Simone Weil!) e l’atteso trio Daria Deflorian/Monica Demuru/Monica Piseddu (Memoria di ragazza). Un vero e proprio festival alle porte della città, per chi è costretto a Milano dal lavoro, ma non vuole rinunciare all’atmosfera conviviale che offrono le rassegne teatrali estive!

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3. Tabernak del Cirque Afonse alla Triennale – Teatro

Un gruppo anarchico di monaci e suore si ribellano all’istituzione ecclesiastica del proprio piccolo tempio battista.  “Tabernak”, antico grido lanciato contro le autorità, oggi è una delle più comuni sacres – parole blasfeme usate per profanazione – del Canada francese. Così il Cirque Alfonse, compagnia nata nel 2015 in Quebec, sceglie questa forte esclamazione come titolo di questo lavoro (per la prima volta in Italia), in cui gli elementi tradizionali del rito cattolico diventano strumenti di rivolta e accendono lo spettacolo. Campane, incenso, panche per la preghiera, si trasformano in supporti per un’espressione laica dell’arte e della rivolta, l’arte profana per eccellenza, quella circense. È così che ai canti liturgici si sostituisce la musica rock, tradizionalmente considerata la musica del Diavolo in una celebrazione dissacrante che è anche un contemporaneo carnevale: ogni cosa si ribalta e si ricercano nuove forme con cui guardare alle consuetudini del mondo.

#teatrocircense #music #international

Michaela Molinari