Il palco della sala concerti del Ligera è spoglio, fatta eccezione per pochi oggetti di scena tra cui un chimes appeso al soffitto. Floor Robert, una delle due performer in scena insieme a Francesco Michele Laterza, lo fa tintinnare con una bacchetta per scandire l’inizio di ogni nuovo episodio dello spettacolo. Il piccolo gesto rituale evidenzia teatralmente i diversi momenti della messinscena, già di per sé sporadici e slegati, caratterizzati da quella frammentarietà tipica dell’onirico. Concerto, scritto e diretto da Laterza, è infatti una raccolta di sogni fatti da parenti, amiche e amici dell’autore, un florilegio in cui il criterio di selezione sembra essere l’esperienza comune e ordinaria. In ogni racconto, infatti, c’è tutto ciò che caratterizza i sogni notturni: l’estrema quotidianità degli eventi punteggiata però da elementi bizzarri, la logica assurda e chiara solo al suo narratore, la sproporzione fra l’interesse che può avere per il sognatore e l’insignificanza per chi si ritrova, spesso suo malgrado, a esserne ascoltatore. I performer giocano consapevolmente con la semplicità di questo materiale onirico, familiare per tutti e al tempo stesso troppo personale per diventare universalmente interessante. Si ricama sull’antologia di sogni con sporadiche citazioni e apparizioni di personaggi famosi (soprattutto cantanti) che fanno sorridere il pubblico, seduto su cuscini e sedie a ridosso del palcoscenico. Si ritorna sugli stessi episodi, storcendoli con inflessioni dialettali, movenze, smorfie, un po’ come succede agli eventi della nostra vita dati in pasto al cervello nella fase REM. La deformazione del racconto onirico arriva, al suo apice, a farsi musica, mettendo in mostra la capacità canora e musicale dei due performer e traghettando lo spettacolo all’altro filone che gli artisti desiderano trattare, intrecciato e parallelo al primo: ancora i sogni, ma stavolta quelli a occhi aperti. La performance diventa infatti un’esibizione di “sogni cantati” dalla tonalità un po’ indie, un concerto inscenato da due aspiranti cantanti che immaginano di scrivere hit indimenticabili quanto Yesterday che, come viene raccontato in un aneddoto a inizio spettacolo, Paul McCartney disse di aver cominciato a ideare nelle braccia di Morfeo. I brani, canticchiati a cappella o accompagnati dalla chitarra di Laterza, hanno un tono dimesso e intimo; è solo attraverso la prossemica e i costumi che i due artisti insistono sul grottesco e sul nonsense, utilizzando smorfie continue, parrucche, un maglione così largo da far assomigliare l’attrice a un pallone dal sorriso sardonico… «Nobody wants to take responsibility in this fucking dream?!» ripete ossessivamente Laterza in uno dei tanti sogni, stavolta ambientato in una città distopica dove si parla inglese. Si potrebbe dire lo stesso di questo spettacolo, dove il tipico dispiegamento dell’irrazionale dell’onirico e la rappresentazione di una mediocrità quotidiana – che non sa rinunciare al miraggio di un momento di accecante (irraggiungibile) successo – ricadono inevitabilmente anche nella drammaturgia in un disorientamento simile a quello dell’inconscio. Sul finale, infatti, Laterza e Robert accennano qualche shakespeariana riflessione sull’essenza di sogni e realtà, prima di lasciarci con una loro composizione ideata nel sonno, Parcheggiami. Proprio come era successo quella fortunata notte a Paul McCartney. Ma questa volta la canzone arriva allo spettatore come uno di quei sogni di cui al risveglio si continua a sentire solo un’eco familiare e vaga, destinata a essere dimenticata.

Chiara Carbone


in copertina: foto di Davide Aiello

CONCERTO
testo e regia Francesco Michele Laterza
con Francesco Michele Laterza e Floor Robert
props Regina Del Toro
coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K) e di Ass. Punto a Capo Calolziocorte, Lecco.

Contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2024