Sulle note della cover di Tainted Love dei Soft Cell e in sella a una bicicletta sgangherata, quasi volesse fare parkour tra il palco e il pubblico, Marianna Folli entra in scena ed è già Parzialmente Stremata. Attrice e stand-up comedian, classe 1987, si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, suona il sassofono e fino a qualche anno fa era accanto a Maurizio Crozza nel suo show televisivo. Lavora a diversi spettacoli teatrali con le regie di Fausto Paravidino e di Paolo Rossi, ma quando rimane incinta tutti le dicono che non lavorerà più.
Invece eccola in piedi sul palco dell’associazione CasciNet del quartiere Ortica, in concorso alla sesta edizione del FringeMI, di fronte alle panche di legno interamente occupate dai suoi ospiti, Folli dà vita a un «sogno di una notte di mezza età», un flusso mentale di vita che naviga tra l’educazione bresciana (non poi così diversa da quella siberiana, tiene a sottolinearlo) e la fatica di essere donna oggi.
In maniera sfrontata e disordinata, il monologo cavalca l’onda di motivi politici, sociali e qualunquismi di ogni sorta con cui ci scontriamo su giornali nazionali e in ogni tipo di conversazione: dalla tautologia del femminile alla fortuna di essere bionda, il costo proibitivo delle case a Milano (ormai diventato l’argomento preferito di ogni cena fuori compiuti i trent’anni) oppure l’incapacità nel sostenere legami emotivi all’interno delle relazioni familiari, e ancora i programmi elettorali, la maternità, il metodo Montessori. La parità salariale è però il leitmotiv che unisce il racconto dell’attrice: in crescendo, Folli inserisce dati, numeri e informazioni, inizialmente solo accennati e poi via via sempre più precisi, sul divario di genere italiano ed europeo, sollevando l’approvazione del pubblico – femminile e maschile in egual misura – che la segue in ogni battuta con grandi applausi e risate amare.
Con fare tragicomico e caustiche sentenze, Marianna Folli tiene il palco con maestria e richiama gli spettatori dal torpore della quotidianità: gli astanti sono assorti e al contempo temono il coinvolgimento sulla scena, ma non si lasciano pregare due volte prima di salire sul palco, una volta interpellati. Esattamente come fa il compagno di vita che le ha regalato una figlia. Una comicità antisistema quella di Folli, in grado di descrivere perfettamente la società di oggi attraverso battute secche sulle deiezioni canine che non vengono raccolte dai marciapiedi o finti orgasmi e coiti interrotti che le coppie sono solite performare a letto, tra il piacere e l’emergenza di portare sulle spalle il macigno di essere donna.
Alessia Vitalone
in copertina: foto di Laura Maggiore
PARZIALMENTE STREMATA
di Marianna Folli e Alessandro Giugliano
con Marianna Folli
organizzazione BUSTER
foto di Michela Piccinini
Contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2024