Sguardi dalla platea
Le cri du monde/Le sacre du printemps
COMPAGNIE MARIE CHOUINARD
Dopo gli applausi scroscianti e inarrestabili, anche di fronte al sipario già tirato, il pubblico esce con calma nel foyer. Nei capannelli di gente che ride e discute si possono distinguere le varie specie della fauna umana che popola l’Elfo. Ci sono circoli di distinti signori dalle scarpe lucide con le loro signore al fianco, gli affezionati, quelli che durante la pausa tra le due performances sfogliavano il catalogo scegliendo già lo spettacolo successivo. Attenti però a non confonderli con gli specialisti del mestiere! Chi nel teatro ci lavora e ne capisce, sono di una razza diversa, sono quelli che qui sono di casa e salutano una persona ogni due. Fra questi è una signora bionda dall’aria materna che accoglie le mie domande con un sorriso e qualche secondo di silenzio. “Mi ha stupito l’alchimia tra musica e coreografia, non è per niente scontato in uno spettacolo. E per quanto io mi intenda più di teatro e mi sia accostata solo di recente al mondo della danza, l’ho trovata una performance davvero energica e commuovente. Nella piccola folla del foyer c’è però anche chi non prende parte alle discussioni e si avvia all’uscita con aria un po’ spersa. Sono i profani, quelli che venendo qui questa sera desideravano semplicemente concedersi una serata diversa all’insegna della cultura, come il signore dagli occhi azzurri che mi risponde bonario. “La coreografia e le luci sono state certamente di grande effetto. Lo definirei uno spettacolo straordinario, energico e onirico”. Si vedono anche facce giovani, molti di certo appartengono al mondo della danza, come assicurano i fisichini scolpiti, ma anche tra loro ci sono dei profani. Le due ragazze vestite di nero a cui mi avvicino, colte alla sprovvista cadono nell’imbarazzo. “Aspetta, io non ne capisco, ma ti chiamo mia mamma, è un’ex ballerina”. Mi viene indicata una signora piccolina con i capelli tinti di rosso. “Che cosa mi ha colpito di più? La pulizia del gesto, la precisione dei passi. La nota caratterizzante è una grande coerenza”. Ormai la gente va disperdendosi. Resta deserto il foyer illuminato che attende silenzioso il prossimo spettacolo.
Maria Chiara Giorgioni
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView