6 ottobre 2016 – Università Statale di Milano
Stefano Tomassini dietro la cattedra racconta le compagnie di danza più importanti sulla scena contemporanea attraverso l’offerta di Milanoltre.
Mentre in tutta Europa, durante gli anni ottanta, si investiva nella danza, in Italia ad essa era riservato solo un piccolo spazio all’interno di programmazioni di prosa e di musica. Mancavano gli interlocutori: il pubblico non era formato e la critica era affidata a esperti di musica. Non sono state create radici e non si è affermato un univoco “vocabolario coreografico”, ma solo repertori non condivisi tra le varie compagnie. “Uno stato di sonnacchioso infantilismo” l’ha definito Leonetta Bentivoglio negli anni ottanta.
In quegli anni però nasce una tra le compagnie di danza più belle e vitali della scena contemporanea: Rosas, frutto dell’incontro dell’italiana Adriana Borriello e della belga Anne Teresa De Keersmaeker. Cresciuta in questa fertile collaborazione, la Borriello si fa voce di una danza, come si evince in Col corpo capisco, basata sul movimento come pratica di trasmissione, contagio immateriale che interseca piani immaginari e sollecita, attraverso la musica, ripetute epifanie.
A partire da quell’esperienza il panorama italiano si è arricchito di molti talenti. Milanoltre ce ne offre in questa edizione un assaggio significativo:
In Naufragio con spettatore Roberto Zappalà narra la caducità della vita: due ballerini che sembrano realmente sopraffatti dal mare tremano, agognano, si attaccano alla vita, si mordono. Ma lo spettacolo cela importanti quesiti: chi sono gli spettatori? Siamo noi in platea o lo sono il pianista e il soprano sul palco, che sulle note di Bach amplificano questa tragedia e la osservano senza intervenire? E fino a quando si ha il diritto di essere spettatori?
Susanna Beltrami con il suo spettacolo itinerante, Con Tus Ojos, propone una rivisitazione coreografica ispirata all’estetica di Picasso: un viaggio dalla grandissima densità visiva attraverso i luoghi del maestro che guida gli spettatori nella sua vita, nella sua opera e nei vari ambienti del teatro.
Con Dismisura, ovvero j’ai pas d‘autre choix, Antonio Montanile traccia un percorso autobiografico all’insegna della piena liberazione dell’eccesso: dall’accettazione e dal godimento dell’iperbole nasce una consapevolezza capace di disfarsi degli orpelli inutili della vita (e della danza) per riconsegnarcene l’essenza.
“Sospeso finisco sempre in bilico su linee inesistenti”: a partire da questo haiku Manfredi Perego rappresenta la danza come percezione lirica della scena nel suo Horizon
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Infine, a prendere la parola per parlare di Alter è la stessa Stefania Ballone:
“Si tratta – spiega – di un viaggio alle prese con l’alterità (l’altro scoperto dentro se stessi e l’altro fuori da sé) che prende le mosse da un sogno ancestrale giungere alla piena consapevolezza”.
di Vania Cuppari
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView