di Sofia Tranchina e Luisa Zhang
Luci al neon e spazi atemporali, moderno, alternativo e all’avanguardia, il teatro Pim Off si dimostra adatto ad ospitare l’insana quotidianità Spregelburdiana: catapulta lo spettatore nella folle irrealtà del drammaturgo, solito evolvere le situazioni essenziali in straordinarie.
A cosa è dovuto il titolo Lucido?
Un ragazzo impara a dominare i sogni: sogni lucidi, che degradano a ogni replica poiché egli ne perde il controllo… ma lui stesso è un sogno!
Le luci creano un atmosfera attinente al contesto onirico, e la coinvolgente interpretazione degli attori rende trascurabili le incoerenze, come la cadenza differente con cui parla ciascun membro della famiglia.
La traduzione di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni ha adattato l’ambientazione dello spettacolo argentino secondo le esigenze del pubblico di Milano solo il minimo, permettendo allo spettatore di gustare la versione più originale possibile.
Se lo consiglierei? Ad uno spettatore ben disposto a mettersi in gioco, sì.
Questo contenuto fa parte del Progetto scuole di Stratagemmi_prospettive teatrali