di Matteo Sbertoli e Stefano Uzzi
Undici Marzo. Via Selvanesco, Gratosoglio. Pim Off, nuova frontiera del teatro meneghino nella periferia sud-ovest della città. Teatro che nasce in un ex capannone e ne conserva l’essenzialità con un vasto “open space” e al piano superiore una sala con una novantina di posti resa intima dal buio quasi totale e dalla prossimità del pubblico con gli attori. La compagnia Costanzo-Rustioni ci offre un’ interpretazione adattata al contesto italiano di una commedia di Spregelburd, noto drammaturgo argentino. La trama riprende lo stile del cinema, richiamando alla nostra mente il regista Martin Scorsese, con continue contraddizioni risolte solamente nell’inaspettato finale che stravolge e chiarisce tutto ciò che si è visto. Una famiglia erosa dalle incomprensioni di una madre verso il figlio, e dai sospetti della stessa riguardo la figlia e il suo desiderio di riavere il rene che in passato aveva donato al fratello. Degne di nota le interpretazioni di Milena Costanzo, nel ruolo della madre, e quella di Antonio Gargiulo, nel ruolo di Luca. Spettacolo condito molto bene dai semplici ma efficaci giochi di luce che creano ad ogni cambiamento nuove sensazioni, dalla normalità dell’ambito familiare iniziale, all’apatia straziante e morbosa finale. Concludendo: nessun pentimento di aver perso la partita di quella sera.
Questo contenuto fa parte del Progetto scuole di Stratagemmi_prospettive teatrali