di Maddalena Giovannelli
L’articolo individua l’uso della personificazione in Aristofane come esperimento felice e peculiare. Viene notato come Aristofane mantenga, nella creazione dei personaggi allegorici, un costante equilibrio tra elementi simbolici ed elementi realistici: il commediografo affida alle sue personificazioni il compito di trasmettere al pubblico moniti, riflessioni, o messaggi di speranza senza trascurare mai le esigenze poetiche. Il punto di partenza della trattazione è una divisione in tre gruppi delle personificazioni aristofanee; essa porta all’analisi e alla definizione delle peculiarità di ogni gruppo. Il primo è costituito dalle semplici apparizioni: esse compaiono in scena senza prendere la parola (il Raccolto, la Festa, la Pace, la Tregua, il Regno). Il secondo è formato da figure marginali che hanno però lo statuto di veri e propri personaggi: la Guerra e il Tumulto. Vengono presi infine in considerazione i personaggi di rilievo che rivestono un ruolo fondamentale all’interno della commedia: il Popolo e la Ricchezza. Viene individuata, per l’ultimo gruppo, la realizzazione di una sintesi perfetta tra realismo e astrazione; si riconosce l’esistenza di un simile (anche se minore) equilibrio anche alle altre personalità allegoriche aristofanee.