Una giovane donna incinta si addormenta all’improvviso in mezzo al palco. Sulla scena scivola lentamente un clown, un trickster dai tratti inquietanti, che conduce lo spettatore in un susseguirsi di quadri onirici.

Il canto di donne dal viso coperto da un velo nero squarcia la scena, introducendo varie figure di maternità appartenenti al mito greco e all’universo cristiano. In questo modo Medea con le mani ancora calde di sangue, sollevata per aver evitato ai discendenti la tragica esperienza della vita, si confronta con il pianto di Maria, mater dolorosa che ha esperito anzitempo la morte del figlio. Queste intense apparizioni conducono lo spettatore in un viaggio dove viene esplorato il legame erotico, talora incestuoso, fra genitrice e figlio, caratterizzato da un amore-odio a volte invalidante, a volte pieno di poesia.

L’attrice Ambra Chiarello si presenta a seno scoperto e con una lunga gonna, forse per richiamare la dea dei serpenti di origine minoica. Si impossessa del microfono posto sul proscenio e la sua voce passionale riverbera i verbi “amare”, “morire” e “nascere” per ricordare i momenti più significativi della vita umana. Il principio femminile viene così esplorato in molte delle sue forme, riportando alla memoria il quadro di Klimt Le tre età della donna.

Lo spettacolo ideato e diretto da Michela Lucenti, in gran parte ispirato alla Medea e alla Descrizione di un quadro di Heiner Müller, crea così un intreccio sinestetico, fusione di sensazioni visive e uditive in cui corpo, voce, musica e una coreografia caratterizzata da un fluido contact si compenetrano: da sempre l’opera di Balletto civile si fonda sul meticciato dei linguaggi per la ricerca di un’arte totale. Questa visione motiva la scelta di inserire Madre come spettacolo di apertura del festival Tramedautore, all’interno del quale è riservato anche un posto per forme innovatrici come la drammaturgia fisica.

Qualunque sia l’esempio da seguire, come ci si fa a liberare della propria madre e di tutte le donne che dalla notte dei tempi hanno infestato le aspettative sulla maternità? La risposta per quanto scontata, è lampante: «i morti sono fantasmi, tu sei parte della storia», come recita la frase scritta sulle maglie dei danzatori che chiude lo spettacolo tra gli applausi fragorosi del pubblico. Entusiasmo condivisibile, a parere di chi scrive, considerato l’impegno profuso da interpreti e regista nel mettere in scena un quadro così complesso, drammatico e coinvolgente.

Stefano Cagnetti, Gaia Forlani, Francesca Pozzo

MADRE
ideazione, regia e coreografia Michela Lucenti
creato con Alessandro Pallecchi Arena, Monica Bianchi Faustino Blanchut, Maurizio Camilli, Ambra Chiarello, Demian Troiano Hackman, Michela Lucenti, Filippo Porro, Emanuela Serra, Giulia Spattini
produzione Balletto Civile, Festival Resistere e Creare – Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Fondazione TPE Teatro Piemonte Europa

visto al Piccolo Teatro Studio Melato in occasione di Tramedautore


Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Trame d’inchiostro