«Il corpo non è mai a riposo ma è sempre in tensione, è come se fosse costantemente gonfiato!». Con questa immagine Diego Tortelli spiega una delle basi del suo personale stile di danza ai partecipanti della masterclass organizzata per MilanOltre nella cornice di DanceHaus. Fin dalle battute iniziali, Tortelli con aria attenta suggerisce ai danzatori di lavorare su quattro livelli di altezza: sdraiati, in ginocchio, piegati e in piedi; ed è particolarmente attento a sottolineare che durante ogni movimento essi devono sempre “pensare a ciò che compiono”. Niente è lasciato infatti al caso: durante ogni fase della lezione – riscaldamento, lavoro tecnico e infine coreografia – ciascun danzatore non deve mai smettere di controllare neanche una singola parte del suo corpo. Tortelli guida i suoi “alunni”, invitandoli ad accogliere gli stimoli dall’esterno, ad espandere i propri sensi, traendo ispirazione dal caldo o dal freddo, dal tessuto dei pantaloni, dalla geometria della sala fino ad arrivare alla luce che entra dalla finestra. Con questi input ciascun danzatore può creare architetture fisiche sempre nuove.
Altrettanto importante è che, durante questa fase creativa, riesca a prefigurarsi davanti a sé l’ologramma del proprio corpo proiettato: è infatti questo il requisito per avere coscienza di ogni singolo segmento corporeo. «Il corpo è un labirinto in cui bisogna entrare e poi uscire, per scoprirlo e sfruttarlo!». Tortelli è attento a sottolineare l’importanza di compiere micromovimenti controllati, ovvero di “spezzettare” il proprio corpo lavorando su piccoli gesti in tensione. Un esercizio particolarmente utile per la coreografia a coppie di fine lezione, dove per lavorare bene col proprio compagno bisogna essere in grado di non gravare l’uno sull’altro. E se sono molte le immagini evocative che il coreografo utilizza per spiegare le diverse qualità del movimento, il concetto che sembra raccoglierle tutte è quello di non smettere mai di sperimentare: «Il corpo ha molte possibilità – dice il coreografo – nessuno vi insegna a sfruttarlo completamente, quindi dovete sperimentare! Create forme infinite, osate». Ma come? Tortelli è molto chiaro in merito: bisogna tentare movimenti impossibili, raggiungere posizioni che anche i ballerini ritengono irrealizzabili perché è nel mezzo che si trova l’innovazione di cui si nutre la danza contemporanea.
Laura Cassinelli e Lucrezia Tavella
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MILANoLTREview