Nome e cognome
Mattia Agatiello.

Cosa ti rende indispensabile per Fattoria Vittadini?
La pazienza e l’entusiasmo.

Chi è il tuo maestro?
Non saprei, è una domanda difficile! Sicuramente lavorare con Lucinda Childs è stata un’esperienza molto importante: mi ha insegnato il rigore, la precisione e l’importanza del gesto. Un altro incontro fondamentale è stato quello con Matanicola (Nicola Mascia e Matan Zamir), da cui ho imparato il valore che può assumere l’arte visiva nella coreografia e nella danza performativa, concetti fondamentali per il mio percorso attuale. Ritornando invece alle origini, è con il regista teatrale Michele Pazzini che ho iniziato a studiare e ho cominciato ad immergermi nel mondo della performance e del teatro.

Quale lavoro di Fattoria Vittadini ti rappresenta di più?
Direi che mi rappresentano tutti allo stesso modo, anche quelli in cui non sono io a danzare. Riesco a ritrovare la mia artisticità in tutte le scelte coreutiche di Fattoria Vittadini.

Cosa fai prima di salire sul palco?
Faccio addominali, flessioni e mi concentro.

Cosa c’è a casa tua che ricorda la danza?
Il frigo, pieno di flyer degli spettacoli di Fattoria Vittadini, e la mia libreria, colma di libri di arte e di danza.

I primi anni di Fattoria Vittadini… in 10 parole.
Impegno, crescita, amore, diversità, forza, divertimento, fatica, crisi, studio, libertà.

a cura di Vanja Vasiljević