Cosa ci suscita guardare un monumento?

È proprio questa la domanda che si è posta la dancemaker Cristina Kristal Rizzo nella sua opera Monumentum the second sleep parte I, uno spettacolo che si sviluppa in un solo site specific per la danzatrice Megumi Eda.

Il lavoro nasce dall’esigenza di ricercare cosa si cela veramente dietro la visione di un monumento e cosa ci suscita guardarlo: il monumento per Cristina Kristal Rizzo non è un’entità statica, ma è qualcosa di mobile, per lo meno nella nostra mente. Non è un caso infatti che la scelta dell’esposizione dell’opera sia ricaduta sul PAC di Milano, un luogo dedicato proprio all’esposizione di opere di arte contemporanea e dotato di un’atmosfera suggestiva, grazie alle ampie vetrate dalle quali si possono vedere i giardini all’esterno dell’edificio.Entrando nello spazio, il pubblico si aspetterebbe dunque di vedere un monumento, eppure, ancor prima dell’ingresso degli spettatori la danzatrice ha già iniziato a dare vita alla performance utilizzando un foam roller (strumento utilizzato dai danzatori principalmente per lo stretching). Sin dai primissimi gesti, come plié o altri passi tecnici, si percepisce la solida formazione classica della danzatrice: la sua carriera è infatti iniziata da giovanissima insieme al Matsuyama Ballet di Tokyo. È presto chiaro agli spettatori: quello che vediamo in scena non è altro che il vissuto di Magumi Eda, sono ricordi legati alla sua vita personale e lavorativa, a cui il pubblico non sempre può accedere direttamente.

La danzatrice, attraverso il movimento, entra in una sorta di stato alterato di coscienza, come se dialogasse con dei fantasmi che immagina davanti a sé, parlando di qualcosa che al pubblico resterà per sempre celato, dato che il dialogo avviene nella sua lingua.

Una delle immagini più emozionanti del lavoro è quella della performer che si lascia cadere sotto una coperta di foglie secche intrecciate tra loro, inscenando una vera e propria metamorfosi: Megumi si nasconde all’interno dell’involucro, lasciando intravedere soltanto la sua figura che si muove come un bruco dentro il suo bozzolo, pronto a rinascere. Anche l’opera di Cristina Kristal Rizzo è un lavoro che muta con il tempo e che si lascia trasportare dalla spontaneità degli eventi, offrendo a ogni replica una coreografia leggermente diversa, a seconda delle emozioni che attraversano la performer. E il movimento del corpo non è il solo a lasciarsi trasportare dalle contingenze: anche la musica cambia sul momento, ed è proprio Cristina Kristal Rizzo che, dalla regia, sceglie accuratamente come regolare i suoni durante la performance. Monumentum the second sleep parte I è uno spettacolo travolgente e tocca e coinvolge un ampio spettro di spettatori. Basta una sola immagine a dimostrarlo: alcune bambine, guardando la performance, da dietro le vetrate seguono e imitano i passi della danzatrice.

Chiara Mucciarella


Monumentum the second sleep parte I

Coreografia, ideazione, costumi e scenografia: Cristina Kristal Rizzo
Performer: Megumi Eda
Elaborazione sonora dal vivo: Cristina Kristal Rizzo su musiche di Gesualdo da Venosa e Lamin Fofana
Riferimenti teorici: Lucia Amara
Luce: Gianni Staropoli
Creative producer: Silvia Albanese
Produzione: TIR Danza
Co-produzione: Torino Danza Festival

Foto @Studio Page

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MILANoLTREview