Quando Rumore di Raffaella Carrà invade la saletta del Ghe Pensi Mi, anche chi sta addentando un panino o sorseggiando un cocktail non può evitare di muoversi a ritmo. Fag Stag – Amici di genere non è ancora iniziato, ma si è già creata un’atmosfera giocosa in sintonia con gli oggetti di scena: due joystick accostati agli sgabelli e un grande schermo bianco su cui campeggia la M rossa di SuperMario. In casa di Ludo irrompe il suo migliore amico, Giammy, che – reduce dalla rottura col fidanzato – si aspetterebbe tutte le domande del caso, ma si ritrova a constatare che «gli eterosessuali, coi sentimenti, non ce la fanno proprio». Ludo gli offre, come armi di distrazione, prima le sfide alla Nintendo e poi una serata in discoteca. 

Gli stereotipi che ruotano attorno alla differenza di orientamento sessuale sono il tessuto su cui s’innesta l’ironia drammaturgica degli autori australiani Jeffrey Jay Fowler e Chris Isaacs. Dietro un registro apparentemente scanzonato si celano riflessioni dai risvolti dolce-amari, che la regia di Gabriele Colferai ha scelto di sottolineare attraverso la colonna sonora dei videogiochi: ogni «You win» o «You lose» a commento di un’azione scenica intensifica la percezione di assistere a una personale e quotidiana lotta per sfuggire al pantano esistenziale in cui stanno affondando i due amici. Giammy è l’unico della famiglia a non essersi ancora sistemato, Ludo si sente vuoto come il frigorifero su cui ha attaccato l’invito al matrimonio di Tamara, l’ex che non ha mai dimenticato. 

La loro sofferenza dovrebbe unirli, invece li allontana, trascinandoli in un vortice distruttivo che raggiunge l’apice a causa di un’“invasione di campo”: Ludo ha intravisto Grammy approcciare sessualmente un amico della propria cerchia. Le reazioni sono durissime: si rivanga il passato, ci si rinfacciano persino presunti privilegi economici e si consuma una rottura che sembra insanabile. Eppure, nonostante i due protagonisti diano sfogo alle versioni peggiori di sé stessi, non smarriscono mai l’empatia con il pubblico, che si lascia travolgere dalle interpretazioni vincenti affidate ad Angelo Curci (eccezionalmente subentrato al regista in alcune repliche) e Angelo Di Figlia. 

L’identificazione che scatta con le loro fragilità è merito anche di una sapiente traduzione, che adatta il testo originale alla realtà milanese attraverso riferimenti puntuali a luoghi precisi e culturalmente connotati della città. Così, mentre le battute trasportano gli spettatori dal Plastic al Cheers, da Corso Buenos Aires a Viale Corsica, nessuno parteggia più per Ludo o per Giammy, ma solo per la loro riappacificazione. Il legame tra i due giovani riaffiora potente nel momento del bisogno e i rapporti vengono ricuciti laddove di solito trionfa l’amore: al matrimonio di Tamara, l’amicizia rivela tutta la sua forza e si riprende il posto che le spetta… sulle note di The Time of My Life!

Nadia Brigandì


FAG/STAG – AMICI DI GENERE
di Jeffrey Jay Fowler & Chris Isaacs
con Gabriele Colferai e Angelo Di Figlia
regia di Gabriele Colferai
una produzione di Dogma Theatre Company

Contenuto scritto nell’ambito dell’osservatorio critico di FringeMI 2022