«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via», scrive Pavese ne La luna e i falò, e chi viene dalla provincia può comprendere bene cosa intende lo scrittore piemontese. Eppure c’è qualcuno che, dopo aver desiderato e realizzato la fuga, in provincia ritorna, portando con sé nuove speranze e progetti, per provare a cambiare le cose. L’associazione culturale Bus 14, fondata nel 2023 da Alessandro e Chiara Businaro con Stefano Fortin (a loro si è poi aggiunto Enrico Catapano per la gestione amministrativa), è stata creata proprio con l’intento di far prosperare il teatro anche lontano dai grandi centri urbani del nord Italia. A Grompa – una frazione di Villa Estense nel cuore della provincia padovana – è nato così NidOramai: la casa dei nonni di Chiara e Alessandro è stata trasformata in residenza per accogliere progetti artistici in divenire, creando un ponte tra le sperimentazioni in ambito teatrale e il territorio veneto. Il desiderio è, da un lato, quello di invitare artisti e artiste che vengono da fuori a dar vita a un dialogo con il luogo ospitante, senza pressioni o scadenze a cui sottostare; dall’altro c’è la volontà di offrire uno spazio di studio e residenza, una “casa” che non imponga il vincolo alla creazione di un “prodotto” artistico finito.
Se gli spazi produttivi di TRIC, Centri di produzione e Nazionali, risultano saturi e spesso inaccessibili per le nuove generazioni, allora occorre inventare nuove strade: in questa prospettiva vanno guardati i percorsi e le relazioni instaurate dai giovani artisti del territorio, come quella tra NidOramai e il festival Teatro in Quota (TiQ, diretto da Dario Del Fante e dallo stesso Alessandro Businaro). Sembra che l’obiettivo non sia quello di sedersi al “tavolo dei grandi”, ma di costruirne altri, forse decentrati, ma certamente più ampi e inclusivi.
NidOramai ha aperto le sue porte a inizio settembre 2024 con la prima residenza e la Festa del Nido dal 6 all’8 dello stesso mese. In quei giorni è emersa con chiarezza la volontà di Bus 14 di creare cortocircuiti e commistioni tra diversi pubblici, e dunque tra una cultura più mainstream, legata alle personalità del mondo televisivo, e il vitale sottobosco degli artisti del contemporaneo. Così, nomi come Francesca Astrei e Andrea Dante Benazzo – ben noti agli addetti ai lavori per la qualità della loro ricerca, ma pressoché sconosciuti al grande pubblico – hanno trovato apprezzamento anche tra gli spettatori di Villa Estense, attratti in prima istanza dai talk con Pierpaolo Spollon, Barbara Venturato, Stefano Fresi e Francesca Paluan con il progetto Haiku Veneti, e rimasti alla Festa fino alla chiusura con i concerti. L’esperimento ha funzionato: al termine di Io sono verticale di Astrei e di 11.54 di Benazzo, il pubblico si è fermato per fare domande e restituire impressioni, quasi faticasse ad andarsene. La natura ancora aperta e non definitiva dei due lavori (presentati in fase di studio) sembra aver facilitato la dimensione spontanea dello scambio e ha connotato la Festa come un luogo protetto di sperimentazione. Dopo l’apertura, i lavori a Villa Estense non si sono fermati: in ottobre è stato ospitato il gruppo musicale BumBumFritz, che – dopo il primo album del 2022 Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico – ha sfruttato il tempo di studio per sperimentare un nuovo progetto che unisce musica e linguaggio teatrale. E ancora, nei prossimi mesi, NidOramai prevede di accogliere tre residenze, due ancora in via di definizione e la terza – di Sofia Longhini con il progetto Tutte le cose più grandi di me– già avviato durante l’estate a TiQ.
L’apertura settembrina del Nido diventerà un appuntamento irrinunciabile dell’estate teatrale? Forse; è ancora presto per dirlo. Ma varrà la pena di aggiungere Villa Estense nella mappa delle realtà teatrali attente al nuovo, tra gli incubatori di comunità: dove il terreno era incolto, ora un seme è stato piantato.
Francesca Rigato
in copertina: foto di Francesca Paluan