Nome e Cognome
Vero o del personaggio? Noemi Bresciani.

Cosa ti rende indispensabile per Fattoria Vittadini?
La lucidità e la creatività.

Chi è il tuo maestro?

Non so sceglierne uno. Chi mi ha iniziato a questo linguaggio è Luciana Melis,la fondatrice del corso di Teatro Danza in Paolo Grassi. Poi devo molto ad alcuni tra i coreografi che hanno collaborato con Fattoria Vittadini: Maya Weinberg, Matanicola (Nicola Mascia e Matan Zamir) e Maya Carrol.
In un contesto che invece non c’entra il collettivo, Marcela Serli, che è una regista-drammaturga-attrice con la quale lavoro dal 2010. Lei mi ha insegnato molto sulla presenza e sulla verità, come gestire verità e finzione in scena e come essere onesti e liberi nella creazione. Troppi maestri, forse?!

Quale lavoro di Fattoria Vittadini ti rappresenta di più?
To this purpose only in quanto spettacolo. E poi My True Self, non tanto per il risultato finale ma proprio per il percorso e per il lavoro che c’è dietro.

Cosa fai prima di salire sul palco?
Dipende dagli spettacoli. Sto ferma immobile; cammino; controllo oggetti di scena. Cose tranquille.

Cosa c’è a casa tua che ti ricorda la danza?
Delle foto d’autore appese.

I primi 10 anni di Fattoria Vittadini… in 10 parole.
sti cazzi, famiglia, follia, visione, gruppo, egotici, immagini, varietà, liquido, futuro.

a cura di Veronica Polverelli