La voce di Giulietta al balcone, le parole di Un uomo e una donna di Gaber, un intenso profumo di basilico e salsa al pomodoro: come possono, situazioni così diverse, trovare spazio nel giro di ventiquattro ore in un grappolo di vie milanesi, tra cortili, parchi e case di ringhiera? La risposta sta nella seconda edizione del NoLo Fringe Festival, che dall’8 al 13 settembre ha portato teatro e arti performative nelle strade e nei locali del quartiere a nord di Loreto. Sono stati giorni di entusiasmo: i biglietti erano esauriti prima dell’inizio del festival, le liste d’attesa lunghe. Insomma, quando il teatro varca porte nuove, nelle sale sembra quasi non esserci abbastanza spazio.

«Il teatro dove non c’è» è infatti il sottotitolo stampato sulle locandine e sui programmi che abbiamo sfogliato in questi giorni, mentre di corsa attraversavamo il quartiere per arrivare in tempo allo spettacolo successivo; ed effettivamente il Fringe ha funzionato proprio per il calore con cui un piccolo spazio coeso ha accolto attori, tecnici, sceneggiatori, copioni e costumi, in luoghi insoliti ma oggi più che mai pronti a nuovi volti e nuove proposte.

Tutto questo è valso non solo per i sei spettacoli del programma ufficiale, replicati per cinque sere e poi classificatisi in base alla media dei voti lasciati dagli spettatori, ma anche per il Fringe Extra, la programmazione che durante il fine settimana ha arricchito l’offerta teatrale del festival, con spettacoli che fin dall’ora di pranzo hanno animato vie, parchi e bar.

Così è capitato di vedere via Padova con occhi nuovi in uno Shakespeare di quartiere recitato tra le case e le ex fabbriche. L’idea di Beppe Salmetti e Clara Stara è bella: i più noti episodi di Romeo e Giulietta si intrecciano con un’appassionata visita guidata per le vie di NoLo, in uno spettacolo itinerante che tiene unite le nuove palestre di pugilato con le risse tra Montecchi e Capuleti, i meravigliosi cortili interni e le battute sussurrate tra Romeo e Giulietta, le case moderne e i nuovi abitanti di oggi (magari affacciati anche loro al balcone come spettatori imprevisti). È al parco Trotter che si tirano le fila del dramma con un inedito finale e sempre qui, l’anno prossimo, prenderà il via il nuovo lavoro del gruppo dedicato al Sogno di una notte di mezza estate.

Poco più tardi ad Artemadia — lo spazio incastonato in un giardino dietro ai binari che portano a Lambrate — è tempo di versi. “Il menù della poesia”, un progetto che da dieci anni porta prosa e poesia nei luoghi più insoliti, presenta Scusa se ti scrivo ma non resisto!, una combinazione coinvolgente di lettere d’amore, poesie e canzoni. Le voci di Valeria Perdonò, Ksenija Martinovic e Carlo Amleto Giammusso danno voce con ironia ma anche con profondità alle varie possibilità di scrittura dell’amore, per poi aprire un’avvincente carrellata di vere e proprie ordinazioni: ogni spettatore ha davanti a sé un menù di parole e musica, da cui può scegliere quello che più ha voglia di ascoltare, semplicemente alzando la mano. Sul palco si crea un emozionante jukebox vivente, che non si cura dei treni sullo sfondo: passano e vanno, e, a dire il vero, stanno proprio bene tra tutte le storie di amori, di partenze e di distanze.

Domenica, poi, nello spazio di Hug Milano, succede qualcosa di speciale: il cioccolato che qui veniva prodotto, quando il luogo era una fabbrica, deve essere rimasto nell’aria insieme a quella magia che ha fatto nascere questa «comunità di rigenerazione» che qui trova un posto in cui lavorare, cenare, chiacchierare e – all’occasione – anche assistere a uno spettacolo teatrale. Saga salsa, produzione di Qui e Ora Residenza Teatrale, porta all’Hug una storia dal sapore antico: non solo per la salsa di pomodoro fatta in casa, e davvero preparata nel corso di questo pranzo-spettacolo, ma anche per l’atmosfera e i ricordi trasmessi: mentre le tre bravissime attrici recitano, si impara di nuovo a convivere. Silvia Baldini, Francesca Albanese e Laura Valli sono figlia, mamma e nonna; la loro storia è ambientata nella posteria di famiglia, in cui si trasmettono tradizioni familiari e si instaurano legami stretti, a volte un po’ troppo imprigionanti. Il racconto viene recitato e cantato tra le portate di un menù in cui il pomodoro compare in ogni forma: nelle bruschette, nel risotto e anche nel dolce. Chi assiste ride, scherza con chi pranza accanto a lui, si immerge in un bel racconto e si riscopre parte di una comunità: la condivisione del pranzo (pur a debita distanza!) avvicina i commensali, che riscoprono partecipazione e complicità.

Virginia Magnaghi

 

Shakespeare di quartiere – Romeo e Giulietta
un progetto di Beppe Salmetti e Carla Stara

Scusa se ti scrivo ma non resisto!
un progetto de “Il Menu della Poesia”
con Valeria Perdonò, Ksenija Martinovic, Carlo Amleto Giammusso

Saga salsa
una produzione di Qui e Ora Residenza Teatrale
con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
regia Aldo Cassano

spettacoli visti nell’ambito di Nolo Fringe Festival dal 12 al 13 settembre.