Nel teatro danza il corpo è lo strumento comunicativo per definizione. In che modo Fattoria Vittadini caratterizza questa forma espressiva? Nonostante l’eterogeneità delle rappresentazioni, la nudità risulta un elemento peculiare nelle loro performance. Come non rimanere colpiti dai danzatori che, in To this purpose only, si liberano dei costumi tricolori e in una suggestiva rappresentazione corale, con eleganza e purezza, si amalgamano dando vita a opere d’arte e paesaggi che rievocano le bellezze del nostro paese? Sebbene possa aver suscitato l’imbarazzo di spettatori neofiti, in questo caso la nudità ha assunto la rilevanza di in vero e proprio elemento narrativo che potenzia l’espressività dei movimenti e conferisce autentica intensità alla performance. Così pure in Salvaje la nudità ha un’analoga accezione: adeguatamente contestualizzata, sembra “necessaria” nel restituire efficacemente l’essenza primitiva dell’uomo in preda agli istinti più selvaggi. Diversamente, in Omosessuale la presenza del nudo assume un’altra declinazione: Riccardo Olivier sveste anima e corpo quasi più per l’esigenza personale di condividere con gli spettatori la consapevolezza della propria vulnerabilità, che prende la forma di un provocatorio (e coraggioso) atto di difesa nei confronti dell’omosessualità.
Fattoria Vittadini ha globalmente dimostrato di saper utilizzare una nudità incontaminata da volgarità e retorica, riuscendo a suscitare la curiosità e l’interesse dal pubblico. Ed è per questo che ci si chiede se questo elemento avrebbe potuto conferire un valore aggiunto anche ad altre performance: in Bastarda Noemi Bresciani avrebbe reso più efficacemente l’eterna e mutevole fusione fra l’uomo e la terra madre se coperta soltanto dal mantello-Pangea?
Daniela Di Carlo