Le sedie sono tutte occupate, nel cortile del Castello: è il terzo incontro con Emigranti Esprèss e la voce narrante di Mario Perrotta. I tre appuntamenti mattutini, pensati in collaborazione con il Festival della Letteratura, sono di fatto l’unica comparsa performativa dell’attore nei giorni di Versoterra, progetto che lo vede invece impegnato sempre dietro le quinte, nel ruolo di demiurgo.
Non serve altro se non un palco vuoto, un microfono, una bottiglietta d’acqua, e l’abbagliante disegno luci creato naturalmente dalle pietre bianche del castello medievale. In questi racconti a puntate, nati in collaborazione con Radio Rai Due (e scaricabili come podcast), a farla da padrone è la dimensione dell’ascolto: parole e musica, sapientemente intrecciati, danno vita ad un lungo viaggio in treno da Lecce a Stoccarda. Un viaggio che è allo stesso tempo un percorso dell’immaginario, la traiettoria abituale degli emigranti italiani degli ultimi decenni del Novecento, e la parabola biografica di Perrotta uomo e artista. Si parte proprio da quella Lecce che adesso è riunita in ascolto, da un treno stracolmo di gente umile ma generosa, dagli scompartimenti affollati ma pronti ad accogliere quel Mario-ragazzino furbo e curioso, che viaggerà da solo fino al nord.

Le quindici puntate si possono ascoltare piacevolmente dal divano di casa propria. Ma è difficile negare che, in questa restituzione pensata ad hoc per il progetto Versoterra, ci sia un ingrediente fondamentale dell’arte di Perrotta: il rapporto diretto e inclusivo che l’attore riesce a instaurare con le comunità alle quali si rivolge. Come se le testimonianze, gli episodi, i frammenti di vita di cui il racconto è intessuto venissero restituite a quel pubblico che in qualche modo le ha generate e condivise. Non vola una mosca nell’ora e mezza che in questa domenica mattina Perrotta dedica agli ascoltatori salentini, tra accelerazioni di ritmo, intrecci di comico e tragico, pause ben assestate. E se ci si volta a guardare gli spettatori, tra un episodio e l’altro, si scoprono tanti occhi lucidi e altrettanti sorrisi commossi, anche quando gli episodi si svolgono nella lontana Germania, o nella ordinata e implacabile Svizzera. Perché i personaggi che affollano la narrazione – quei comici e commoventi compagni di viaggio che si incontrano sullo scalcinato Emigranti Esprèss – ci ricordano quanto umana sia, e quanto universale, la percezione di sentirsi stranieri.

Maddalena Giovannelli

 

Emigranti Esprèss
di e con Mario Perrotta
in collaborazione con Lecce Festival della Letteratura

Ph. di Luigi Burroni