Siamo all’estremità nord di Cistà, in via Valvassori Peroni, il rumore della ferrovia ci accompagna tra i banchi del pesce, di frutta, verdura e di vestiti. È il mercato rionale del sabato mattina, che con la pioggia e con il sole chiama a sé gli abitanti del quartiere. Come? Anzitutto con le voci dei venditori che urlano prezzi e sconti: «due vaschette di fragole a due euro!». Qui i compratori organizzano cene e pranzi per il weekend, comprando chili e chili di limoni, di ciliegie, di formaggi e persino un fiorellino per agghindare le proprie tavole. 


I murales in fondo a Largo Murani, nel lato sud della piazza, sono un punto di riferimento colorato e ormai storico: vegliano sul resto della piazza dal 1970, tant’è che, inevitabilmente, hanno finito per scrostarsi. Ma – perché c’è un ma – stanno per essere rimossi in onore del progresso e del commercio (nel particolare, nel nome del nuovo supermercato che costruiranno). Perché allora non passarci davanti almeno una volta prima che spariscano del tutto?


Tra giardini e cemento, i cantieri di viale Argonne scandiscono da anni la quotidianità del quartiere di Acquabella. Sono lo specchio di un lento rinnovamento, volto a integrare la zona nella fitta rete metropolitana che va costituendosi.
Ci si abitua all’idea che il work-in-progress faccia parte della propria normalità, in attesa che questa fetta del tessuto urbano trovi la sua identità. Le strade diventano come delle statue incompiute, che coi loro calcinacci e con le loro recinzioni raccontano più della Milano impressa nello sguardo, dunque della bellezza di una città immaginata.

Leonardo Ravioli, Francesca Rigato