a cura del Teatro delle Albe
Ravenna, Teatro Rasi _ 21-23 Aprile
Per il terzo anno consecutivo ad Aprile il Teatro delle Albe apre il Teatro Rasi alla città per ospitare i Parlamenti: tre giorni per fermarsi, interrogarsi e discutere, concedendosi il lusso di non dover per forza raggiungere un obiettivo, se non quello di arricchire il proprio pensiero. I “parlamentari” – ovvero studiosi, docenti o teatranti affermati – guidano la discussione; ma non mancano interventi anche da parte degli “extra parlamentari” (giovani studiosi di teatro tra i 20 e i 30 anni) e del pubblico, affatto timido.
Teatro e polis, La compassione e Il teatro e il sacrificio sono i tre temi che Marco Martinelli ed Ermanna Montanari hanno proposto per l’indagine condivisa. Nel primo incontro (21 aprile 2015) il regista Gabriele Vacis e la studiosa Mirella Schino hanno ripercorso alcuni snodi fondamentale degli anni ’70-’80: periodo in cui è nato il Laboratorio Teatro Settimo (cofondato da Vacis), ma anche il Teatro delle Albe, anni in cui gli studiosi di teatro e alcune delle compagnie oggi più note si sono formate sulla scia di Barba e Grotowski. A unire esperienze anche molto differenti è il solido rapporto di queste compagnie sia con il loro territorio di origine sia con la comunità teatrale: una vera e propria polis che si va formando in quegli anni in tutta la penisola.
La seconda giornata (22 aprile 2015) ha avuto come protagonista un tema forse fuori moda, di certo spesso male interpretato: la compassione. I filosofi Anna Stefi e Antonio Prete, la studiosa di teatro Rossella Menna e la psicanalista Maria Laura Bergamaschi, con una delicatezza ed introspezione rara per un incontro pubblico, hanno sviscerato il significato di questo termine, le sfaccettature che assume nel quotidiano e la ricchezza che racchiude. Il punto di partenza è, naturalmente, l’etimologia della parola: cum patire, sentire con, insieme. È il rapporto con l’altro che, attraverso il dolore, ci si mostra con il suo vero volto ma, come ci ricorda Anna Stefi, anche come enigma.
A chiudere i Parlamenti (23 aprile 2015) il tema del sacrificio nel suo rapporto con il teatro: lo studioso e critico Massimo Marino dialoga con il filosofo e docente Giuseppe Fornari. Impossibile in questo ambito non partire dal legame profondo del teatro con i riti religiosi dell’antica Grecia, che quasi va a sostituire, sublimandoli, i riti delle civiltà precedenti. Attraverso un affascinante excursus, Fornari trasporta gli uditori dall’antica Grecia – in cui il teatro diventa il riflesso del sacrificio religioso: eseguito e visto da una comunità e strumento per affidare e addossare tutte le incertezze della società alla vittima sacrificale – alla Roma dei ludi circenses. Al contrario dei greci, che si limitavano ad evocare la violenza nel loro teatro, non rendendola mai visibile al pubblico, i romani fondono nei ludi sacrificio e teatro. Il filosofo procede nella storia della filosofia arrivando a Nietzsche, Wagner e Bataille ed evidenziando lo stretto rapporto che c’è tra rito teatrale e rito sacrificale e la straordinaria capacità dell’arte occidentale di guardare al dolore umano.
I Parlamenti, nati nel 2013 per celebrare i 30 anni del Teatro delle Albe, sono diventati ormai un appuntamento fisso e ancora sfuggono alle etichette e alle definizioni. È una conferenza? Un seminario? Un workshop? Nulla di tutto questo. Piuttosto un non-luogo (inteso come utopia) di incontro e di approfondimento, dove riscoprire il significato della parola comunità.
Alessia Calzolari