«Ecco sospira l’acqua, alita il vento: / sul mare è apparso un bel ponte d’argento» Giovanni Pascoli, Mare
«Un bel ponte d’argento» è apparso sul Mediterraneo, a costruirlo il gruppo di artisti italiani, tunisini, greci e spagnoli che hanno animato il Festival dei Teatri d’arte mediterranei, organizzato dal Teatro Bertolt Brecht di Formia dal 19 al 25 agosto. In programma eventi culturali che vanno dalle letture sceniche ai laboratori per ragazzi, dai dibattiti d’attualità ai concerti, dislocati in numerosi luoghi del territorio di Formia, spazi molto diversi tra loro ma accomunati da un prezioso bagaglio di storie capaci di entrare in contatto con pubblico e artisti.
Fedeli al consiglio di Kavafis — entra di buon mattino nei porti — gli attori Maurizio Stammati e Paolo Cresta offrono agli spettatori una lettura dell’Odissea in barca a vela all’alba (il primo turno parte alle 7): il ritmo dei versi di Omero si accorda con quello delle onde, creando una suggestione fatta di luce, movimento e parola.
Dopo l’apertura nel segno di Odisseo, l’eroe del mare, proseguono gli eventi del Festival dedicati al tema del Mediterraneo: un reading poetico, una lezione di storia e, soprattutto, la proiezione del docufilm Xenia. Il quinto elemento, realizzato dai ragazzi migranti dello Sprar di Itri (Latina), che porta l’attenzione del pubblico dalle suggestioni del mito alle sfide del nostro tempo.
Al tema delle migrazioni è dedicato anche l’incontro con Elena Stancanelli, giornalista e autrice del libro Venne alla spiaggia un assassino (La Nave di Teseo), incentrato sulla sua esperienza a bordo delle navi delle ONG: nella cornice di un antico lavatoio (da non chiamare “ex” perché ancora utilizzato dalle abitanti di Formia) le attrici del teatro Brecht leggono brani che muovono a una spontanea solidarietà con chi tenta per mare la via dell’Europa e inducono a stare, senza dubbio alcuno, dalla parte di chi salva loro la vita. Mentre il dibattito con l’autrice offre riflessioni politiche e sociali di stringente attualità, le acque tranquille del lavatoio di riempiono di fiori e di barchette di carta: un gesto potente, che rimane impresso a lungo negli occhi di chi guarda.
La scelta di collocare l’incontro dedicato ai migranti in un antico lavatoio della città rivela i due fari culturali del festival: un interesse spiccatamente interculturale e una tenace volontà di radicamento e valorizzazione del territorio.
La vocazione interculturale si esprime con la presenza di artisti provenienti da altri lidi del Mediterraneo: i musicisti tunisini del Samih Mahjoubi Group che riempiono la Corte comunale di Formia di sonorità arabe e gitane; la clown Sonia Carmona, animatrice di un laboratorio per giovani attori alla ricerca del clown che ciascuno porta dentro di sé; e per finire Christos Kalpouzanis, giovane artista di Patrasso, che ha riscoperto la tradizione del Teatro delle ombre, nata nella Grecia dell’Ottocento.
La fusione delle diverse culture teatrali del Mediterraneo avviene tutta in una sera, sul lungomare di Scauri, quando si incontrano il buffo Karaghiozis, protagonista del Teatro delle ombre, il pesciolino Swimmy di Sonia Carmona e il nostro Pulcinella, animato da Maurizio Stammati: si parla il linguaggio universale della commedia, che i piccoli spettatori, con le loro risate, mostrano di cogliere perfettamente.
Ma, come Odisseo insegna, ogni viaggio di scoperta presuppone un’Itaca nella mente e nel cuore. Per gli artisti del Brecht Itaca è il territorio di Formia, con le sue bellezze e le sue ferite: l’incanto del Parco di Gianola (Minturno), teatro delle letture all’alba dedicate al genio di Andrea Camilleri (Maurizio Stammati e Paolo Cresta danno voce a Tiresia e ai personaggi de Il birraio di Preston e La concessione del telefono) convive con il degrado dell’ex discoteca Seven Up, luogo simbolo del potere mafioso su Formia e ora proprietà del Comune in attesa (ormai troppo lunga) di una riqualificazione e di una nuova destinazione. Parole e musica riportano l’attenzione su questo edificio e su ciò che esso rappresenta per i cittadini: la signora Maria, che abita davanti all’ex discoteca, spiega come l’Amministrazione comunale appaia silente, mentre il teatro dà voce a lei e a quanti chiedono una restituzione del bene alla collettività.
La scelta di mantenere un saldo legame con il territorio e contemporaneamente di aprirsi alla contaminazione con altre tradizioni ha permesso di costruire un programma ampio e diversificato in termini di tematiche, linguaggi e sensibilità artistiche che si riflette anche nella varietà del pubblico coinvolto: cittadini, addetti ai lavori ma anche molti turisti e ospiti venuti dalle altre sponde del Mediterraneo — quest’anno, grazie al progetto “Fari culturali del Mediterraneo”, la rassegna sarà infatti replicata nelle città di Siviglia, Tunisi, Patrasso.
Le sette giornate del festival lasciano nei partecipanti la sensazione di aver vissuto un tempo più intenso di quello scandito dal calendario: l’alternanza di parole, musica e incontri, unita alla partecipazione coinvolta del pubblico, riporta all’idea di teatro come arte della condivisione, capace di riappropriarsi di una funzione civile di cui si sente oggi l’assoluta necessità.
Alice Patrioli
Festival dei teatri d’arte mediterranei 2019
Formia/Minturno dal 19 al 25 agosto
© La foto in copertina è di Stefania Nocca