Lento, in concentrato raccoglimento, con piglio d’atleta che si appresti al lancio per il record, il cuoco si avvia alla propria postazione e afferra un coltellaccio. Dopo una lunga sospensione in posa da discobolo, prende ad incidere un tenero filetto di carne, con un movimento cadenzato, che   progressivamente diviene più rapido e violento. A fare da background acustico all’intera scena è il rumore di un aereo appena decollato: un frastuono che cresce anch’esso di intensità con l’infittirsi dei movimenti del performer. Il “concerto, orchestrato intorno a ingredienti sonori” annunciato dalla locandina di Practices of Everyday Life| Cooking si scopre esser qualcosa di molto diverso da una sinfonia: effetti acustici disturbanti si accompagnano a quella che appare una disordinata, compulsiva istanza creatrice, assecondata con amore quasi morboso. La “misura” del quotidiano è assimilata e restituita con un filtro deformante e ironico: lo chef, quasi bocconi sul piano di lavoro, si pone a pestare selvaggiamente il contenuto di una piccola ciotola, tra lo sbigottimento divertito del pubblico.

Che cosa stiamo guardando? Difficile dirlo. Possibili risposte affiorano alla mente quasi allo stesso ritmo con cui, sullo schermo alle spalle del cuoco, si affollano in rapide sequenze, immagini disparate. In breve tempo ci si rende conto che, attraverso la proiezione, lo spettatore ha accesso alle proiezioni mentali e ai ricordi del cuoco: dai suoi “appunti” di cultura culinaria, fino al timore che “la zuppa della mamma” resti, anche oggi, migliore della propria. Ecco che, in questa ‘finestra mentale’, per un istante si vede perfino un polpo volteggiare prima di schiantarsi contro un vetro e, dalla platea, ci si augura che lo chef non mediti davvero di aggiungerlo alla già ardita ‘minestra performativa’ che sta cucinando. I palati degli spettatori, disorientati da questa complessità di sapori, cercano con lo stesso impegno febbrile del cuoco, di identificare un gusto preciso, l’ingrediente chiave di questa ricetta. Forse non ci riusciranno, forse non apprezzeranno nemmeno,  ma sicuramente potranno dire di aver assaggiato qualcosa di nuovo.

Federica Monterisi

Practices of Everyday Life | Cooking
regia Navid Navab
regia Michael Montanaro
Visto a MilanOltre il 10 ottobre 2017

Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView