La lente dell’artigiano. Note a proposito del Vantone di Pasolini. Parte II: adattamento all’avanspettacolo – Sebastiano Depperu – Stratagemmi 5

4,99

Descrizione

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La critica testuale accetta comunemente che qualsiasi lettura semiologica di un testo drammatico, quale esso sia, compresa un’opera di traduzione come il Vantone di Pier Paolo Pasolini che traduce il Miles gloriosus di Plauto, debba necessariamente prendere spunto dalla ricostruzione della fabula intesa nel senso di disposizione diacronica del racconto degli avvenimenti.1

Bisogna premettere che Pasolini ha mantenuto inalterata l’esposizione degli avvenimenti dell’originale testo plautino.
Il corpus delle trame plautine si articola secondo un’opposizione elementare di possesso/desiderio ma la condizione necessaria perché questo nudo schema possa trasformarsi in intreccio è che il detentore del bene sia riluttante a concederlo.2 La trama della commedia consisterà proprio nel vincere la sua resistenza tramite il riconoscimento o l’inganno ordito dal servo astuto, come nel caso del Miles Gloriosus e quindi del Vantone.

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