Teatro e Mimesis – Taccuino – Stratagemmi 35

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Descrizione

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Nella sezione del Taccuino, i contributi prendono le mosse dall’osservazione attenta e critica della scena contemporanea degli ultimi dieci anni, ma allargano il campo ponendo nuovi interrogativi per il teatro di domani. Renato Palazzi riflette sull’accelerazione che negli ultimi dieci anni ha segnato l’abbattimento delle gabbie formali della scena, e sul suo muoversi tra autenticità e sincerità artefatta: la liberazione dalla necessità della finzione è un ribaltamento di prospettive non privo di conseguenze. Massimo Marino rivolge uno sguardo disincantato a quel labile confine tra invenzione e realtà, nell’assordante (e silenziosa) stratificazione di segni e immagini che, appartenendo al nostro quotidiano, rendono viva la scena. Roberta Ferraresi parte invece da un “elogio della biodiversità” per raccontare i teatri italiani degli ultimi dieci anni, ripercorrendone esperienze artistiche e sguardi critici. Al centro della riflessione di Oliviero Ponte di Pino si colloca l’intreccio di storia e teatro, con un approfondimento su Milo Rau e il suo meticoloso lavoro documentaristico che, dalla realtà alla scena, crea dispositivi esperienziali complessi. È un rapporto fragile, quello con il reale: Lorenzo Donati si chiede, a partire da quattro casi studio (Daniele Albanese, Fagarazzi & Zuffellato, Fanny & Alexander, Teatro Sotteraneo), quali direzioni generali abbia acquisito l’idea di rappresentazione, a contatto con un quotidiano sempre più tessuto di mediazioni. L’uso del mezzo tecnologico, e in particolare del video, ha negli ultimi anni aperto a nuove possibilità di sconfinamento tra reale e iperreale; e fuori dalla scena, anche il grande schermo si sta inevitabilmente confrontando con gli stessi problemi (su questo riflette Roberto Rizzente, guardando all’immagine tra cinema e teatro). Per tentare di tracciare un quadro delle trasformazioni in corso, non possono mancare le testimonianze degli artisti che operano quotidianamente nel ‘cantiere’ della mimesis. Da Rodrigo García, ad Agrupación Señor Serrano e Berlin, e da Cuocolo Bosetti a Massimiliano Civica: non c’è chi non si interroghi in maniera radicale sui contorni imprendibili della parola “realtà” e su come portarne gli echi sul palco.

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