Spettacolo/Compagnia:
MANIACI D’AMORE
Per la ricerca drammaturgica felicemente in equilibrio tra diversi registri, che manifesta una propria originalità in un panorama troppo spesso incline a riprodurre modelli riconoscibili. Per la capacità di mantenere una definita identità autoriale, e di mostrare una tensione alla crescita di complessità (nell’ultimo Il desiderio segreto dei fossili).
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Organizzazione/Progetto:
FUORI LUOGO
Per il lavoro sul pubblico e sul territorio capace di coinvolgere spettatori a ogni latitudine anagrafica, con particolare – e felice – attenzione alle fasce più giovani e al loro percorso di formazione. Per aver saputo trasformare la piazza spezzina in un contesto vivo, piccola fucina teatrale dove le residenze si coniugano con una proposta ricca e per nulla scontata.
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Comunicazione:
FESTIVAL PERIFERICO
Per il lavoro puntuale e paziente sul territorio, che intreccia ricerca artistica, ascolto dei luoghi, partecipazione, autonarrazione e riflessione teorica. Creando relazioni con abitanti e risvegliando le identità locali, il festival si apre a una concezione del tutto tridimensionale dell’esperienza artistica e della rigenerazione urbana.
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Segnalazioni:
DOM- Leonardo Delogu e Valerio Sirna
Per la ricerca sullo sguardo, sul movimento e sullo spazio, che interroga le basi archetipiche dell’esperienza teatrale, partendo da uno studio del paesaggio e dei suoi rimandi. Invitando il pubblico a riscoprire il proprio esperire quotidiano, si riformula l’idea di performatività e spettatorialità, in un rinnovato equilibrio tra rappresentazione, realtà e suo svelamento.
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IRENE SERINI
Si segnala una ricerca performativa rigorosa e originale nei contenuti (una personalità cruciale ma ignorata come quella di Mario Mieli) e sorprendente nella forma: Irene Serini si rivela non solo ottima attrice ma personalità capace di una composizione scenica complessa, che rifugge il facile effetto e si dimostra incline all’approfondimento e alla restituzione delle contraddizioni.
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