“Short Theatre” – la rassegna che, dal 5 al 18 Settembre, ha richiamato a Roma molti teatrofili tra Macro Testaccio e Teatro India – è innanzitutto un luogo di incontro. In questa prospettiva si articola il programma che, già negli intenti della direzione artistica di Fabrizio Arcuri, si proclama “occasione di pensiero condiviso”, “luogo per le compagnie” più che “vetrina per gli spettacoli”. Ed ecco allora alternarsi sulla scena quegli artisti che non trovano facilmente “diritto di cittadinanza” sui più tradizionali e frequentati palchi italiani ma che disegnano una geografia spesso ignorata di inediti tentativi scenici e drammaturgici. Non tutti riusciti, non tutti destinati a lasciare il segno, non tutti sullo stesso livello artistico. E, del resto, non tutti iniziano la corsa dagli stessi banchi di partenza: c’è chi conferma un’intelligenza creativa già mostrata, come Ambra Senatore; c’è chi, come la compagnia Sandro Lombardi/Arturo Cirillo, le conferme le ha già ampiamente ottenute; c’è chi si mette ancora alla prova dopo qualche tentativo fortunato, come Codice Ivan, Teatrino Giullare, o Teatro Sotterraneo (per il programma completo: www.shorttheatre.com)
Ma, per un contesto come quello di Short, l’importanza e la qualità del festival non sono date da una somma matematica dell’importanza e della qualità degli spettacoli: c’è, come valore aggiunto, il coraggio di mettersi in gioco e far mettere in gioco, di presentare lavori a volte non definitivi per ricevere critiche e assestarsi, ci sono le discussioni a margine della scena o le lunghe soste nel bar del teatro, c’è, più in generale, una modalità meno superficiale e sbrigativa di abitare gli spazi del teatro. L’India offre un contesto particolarmente adatto a tutto questo: lo spazio decentrato e verde che fa dimenticare la trafficata capitale europea in cui ci si trova; il palco per musica e dj set; i tavolini all’aperto, che ospitano computer portatili, fogli, birre e il luogo adatto per iniziative come “Visti tutti” (una sequenza di incontri di formazione per lo spettatore). Ma a ricordare che l’India di Short Theatre non è l’India di tutti i giorni, è stata, il 15 Settembre, la conferenza stampa-fiume di apertura dell’imminente stagione, organizzata da Teatro di Roma e presentata dal direttore artistico Gabriele Lavia; qui, accanto ai volti “da Festival” sono apparsi i protagonisti più affermati del teatro italiano. E tra un saluto agli amici, un ringraziamento alle istituzioni e una menzione del Teatro Valle occupato – che doveva diventare terzo polo, accanto all’Argentina e all’India – sono stati sciorinati i nomi dei soliti noti (con qualche eccezione quasi sempre romana) che affolleranno una programmazione buona, ricca, ma per lo più collaudata.
“C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico”, ha più volte ripetuto Lavia: ci pare una buona sintesi.
Maddalena Giovannelli