«Cosa è importante che tu faccia prima di morire?».
È questa una delle domande-mondo che la compagnia francese Compagnie 22 ha il coraggio di porre alle e agli adolescenti del laboratorio Ok Boomer. Lavorare con le giovani generazioni non significa semplificare. Anzi. Significa alzare la posta. L’obiettivo della compagnia francese, che sta girando tutta l’Europa con l’obiettivo di raccogliere materiale di ricerca, è restituire sotto forma di spettacolo il percorso impervio tra le coscienze di adolescenti che pur parlando lingue differenti sognano e temono (sorpresa?) le stesse cose. Rivolgersi alle nuove generazioni attraverso i linguaggi creativi continua a rappresentare una chiave d’accesso unica e privilegiata per comprenderne il mondo interiore, spesso precluso anche a chi sta più vicino a loro.
Lo sa bene Segni New Generations Festival, che da molti anni non si limita a presentare spettacoli, ma continua a proporre riflessioni e ricerca attiva sul campo. A costruire ponti e strade per la comunicazione prova lo spettacolo Untold della compagnia romana Unterwasser (Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canto) dedicato – proprio come indica il titolo – a tutto ciò che rimane intrappolato nella zona del non verbale. Un flusso di immagini senza parole che prendono vita sullo schermo grazie a splendide miniature artigianali che, in un gioco di luci e ombre, diventano in pochi istanti enormi o piccolissime. Sono le stesse autrici dello spettacolo a parlarne in occasione degli Spunti(ni) critici, l’incontro misto (in presenza e on line) organizzato per stimolare il dibattito tra critici teatrali, giovani adolescenti, attrici, attori, fruitrici e fruitori in senso lato: un’occasione unica per approfondire le tematiche proposte da artiste e artisti che si offrono di mostrare il proprio punto di vista sullo spettacolo portato in scena. Una critica partecipata che coinvolge competenze tra loro differenti e gode del dispiegarsi di prospettive distanti ma preziose.Partendo dal concetto di (auto)censura, Unterwasser costruisce una pièce intelligente e d’impatto, che obbliga lo spettatore a straniarsi, e a non appoggiarsi troppo su una comprensione unicamente razionale. In questo stato quasi ipnotico, chi osserva è portato a lasciare andare le proprie barriere, e a viaggiare in luoghi interiori spesso non così frequentati.
In questi rimbalzi continui tra atmosfere oniriche e senso di inadeguatezza lo spettacolo si chiude lasciando un’immagine di apertura e speranza: nessuno si salva da solo; la nostra possibilità di salvezza risiede nell’altro, nella comunità a cui scegliamo di appartenere e quindi nei legami che siamo in grado di costruire: tra le culture, tra le generazioni e più in generale tra le persone.Di natura altrettanto immaginifica è anche lo spettacolo H2Ops! di Consorzio Balsamico, dedicato ai più piccoli, dai 3 ai 10 anni. Le tre attrici in scena raccontano la natura (e in particolare l’acqua) come una “favola scientifica” che si fonde con la poesia del crescere: sul palco si muovono lastre di plexiglass su cui sono realizzate stampe in cianotipia (una stampa fotografica caratterizzata dal colore blu, da cui infatti il nome deriva), mentre luci, ombre e voce narrante si mescolano fino a perdere i contorni.
Il teatro, e ancor di più quello per le giovani generazioni, può essere di due tipi: pedagogico, o liturgico. È pedagogico quando cerca di insegnare qualcosa o di trasmettere un messaggio. È liturgico quando prova a dare vita a un rito, rinunciando al “far capire” e preferendo invece il “far sentire”. Untold e H2Ops, in questo senso, hanno compiuto una scelta di campo decisa, riabbracciando gli spettatori e le spettatrici per ricondurli a una ritualità smarrita. Questo, forse, è stato anche l’obiettivo nascosto dell’intero festival Segni, che da anni prova a cucire reti sul territorio mantovano per far circuitare il meglio degli spettacoli internazionali ma anche per accorciare le distanze che separano le nuove generazioni dall’incontro con la disciplina teatrale: ricucire, per quanto possibile, i lembi di un tessuto sociale lacerato, riaffermare l’importanza del teatro (più che mai quello per i più giovani) come aggregatore di una comunità.
Ivan Colombo
UNTOLD
ideazione, creazione, performer Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio
musiche originali Posho
luci Matteo Rubagotti
sound design Posho, Jacopo Dell’Abate, Valeria Bianchi, Emanuela Belmonte
con la collaborazione di Caterpillar
produzione UnterWasser
produzione esecutiva Pilar Ternera / NTC
con il sostegno di Nuovo Teatro delle Commedie, Straligut Teatro, Officine Caos, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Meridiano Zero, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro).
H2OPS!
un progetto di Consorzio Balsamico
drammaturgia di Giada Borgatti
con Giada Borgatti, Silvia Cristofori, Marzia Meddi
scene di Eva Miškovičová e Alessandra Stefanini
light design Marco D’Amelio
musiche originali e sound design Michele Boreggi
regia di Virginia Franchi
foto di copertina: Unterwasser, Untold, Marco di Giuseppe
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico Segni New Generations Festival 2021