L’atmosfera è già calda alla Fabbrica del Vapore: è il 4 marzo e inizia oggi la seconda tappa del progetto Short Latitudes. I partecipanti hanno cominciato insieme un percorso di workshop a gennaio e ormai si conoscono bene, scherzano, si prendono in giro.
Caroline Jester – dramaturg del Birmingham Repertory Theatre che coordina i lavori – entra subito nella fucina della creazione drammaturgica. Dalla settimana di gennaio (guidata anche da Steve Waters) sono emersi quattro testi che verranno presentati il 19 marzo presso Teatro i, a Milano; Caroline ritarda però il momento di confronto sui lavori e prosegue ad approfondire e indagare il momento della composizione.

Durante la mattinata propone due esercizi, legati a possibili modalità di genesi della scrittura. Si parte da un saluto e da una risposta sgarbata e poi si prosegue – in un continuo scambio i fogli, per favorire una creazione collettiva – immaginando un dialogo tra due interlocutori anonimi (A e B). Le prime letture sono sorprendenti: i brevi testi redatti hanno già una loro efficacia e compiutezza.
Jester analizza, ascolta l’interprete che traduce rapida i dialoghi, fornisce stimoli specifici; i drammaturghi si trovano a ragionare ex post sul sesso e sull’età dei personaggi, sul luogo dove si svolge l’azione, sul contesto.

Continua a leggere l’articolo di Maddalena Giovannelli sul sito di Short Latitudes

Questo contenuto è parte del progetto Situazione critica, in collaborazione con Tamburo di Kattrin e Teatro e Critica.