Virgilio Sieni ha appena invitato la giovane spettatrice Emma a danzare con lui sulla scena. Nella luce soffusa che invade completamente il palcoscenico riusciamo a distinguere altri sei intrepidi “cittadini” (come li definirebbe l’artista fiorentino), seduti accanto al pianoforte, in attesa che arrivi il loro turno per partecipare a una delle ultime sei fra le trenta variazioni di Solo Goldberg Variations. La performance richiede infatti la presenza del pubblico per accompagnare le improvvisazioni di Sieni, che imposta il suo lavoro coreutico ispirandosi ad alcuni tra i maggiori pittori e scultori dell’arte italiana fra ‘300 e ‘600. La Variazione n. 25, quella dedicata a Michelangelo, si muove di una danza leggera in cui il coreografo accompagna dolcemente la giovanissima Emma, che non nasconde l’emozione di trovarsi sul palcoscenico.
Sieni conduce i movimenti sopra le note del pianoforte di Andrea Rebaudengo, che interpreta magistralmente le composizioni di Johann Sebastian Bach; al contempo la partner femminile risponde fiduciosamente agli impulsi che le arrivano: ecco la schiena di lei inarcarsi all’indietro con dolcezza mentre il coreografo la sorregge. Il momento è cristallizzato in un abbraccio tra i due in cui sembra che il giovane corpo stia levitando: è un gesto amorevole, un incontro di membra che è anche un ringraziamento reciproco. Del resto le creazioni di Sieni da sempre sono alimentate da un lavoro a stretto contatto con i “cittadini”, i non professionisti. La potenza dirompente emanata dai quei due corpi in simbiosi sgretola ogni resistenza della platea, totalmente rapita dalla carica emozionale scaturita dai danzatori. La posa plastica, che rimanda alla Pietà michelangiolesca, lascia il pubblico col fiato sospeso fino a che non si scioglie con l’accompagnamento paterno verso terra. Un invito al riposo che è anche un augurio per la giovane a custodire e far germogliare l’esperienza appena vissuta.
Caterina Piotti
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