The Merry Wives of Windsorilliam: nasce da un pun (“gioco di parole” di cui era maestro lo stesso Shakespeare) il titolo dello spettacolo, interamente in lingua inglese, della compagnia internazionale Charioteer Theatre fondata nel 2005 da Laura Pasetti con sede in Scozia. Le tre “comari” di William sono, in questo caso, tre donne legate alla vita del bardo, che si ritrovano davanti alla tomba dell’amato per suicidarsi: la moglie, l’amante e uno dei personaggi femminili più rappresentativi dell’opera del drammaturgo, Giulietta. Comincia così la fase del riconoscimento delle donne che, solo davanti al sepolcro di Shakespeare, scoprono l’esistenza l’una dell’altra. Più che personalità distinte le “comari” sembrano rappresentare tre versioni dello stesso personaggio, tanto che anche il pubblico comincia a distinguerle l’una dall’altra solo nel momento in cui la loro identità viene chiaramente esplicitata. In una serie di quadri giustapposti, si alternano scenette caratterizzate da toni serio comici e surreali in cui le donne attraverso litigi, alleanze e prese in giro, compongono la fisionomia del grande assente, il bardo.
Entriamo così nel mondo quotidiano e personale di William Shakespeare in cui emergono i classici difetti dell’uomo distratto e disinteressato, tanto che la competizione tra le donne si trasforma facilmente in alleanza e complicità. Pur nella somiglianza con gli altri, ogni personaggio femminile è caratterizzato da tratti macchiettistici, a volte caricati all’eccesso, e da uno strumento musicale – le protagoniste (Firminia Adorno, Maria Calvo, Laura Faoro) sono infatti musiciste prima che attrici. La musica, che fa da stacco e allo stesso tempo da legante tra una scena e l’altra, sottolineando in alcuni casi momenti dal particolare accento emotivo, si unisce alla parola, l’inglese shakespeariano, creando un interessante commistione di linguaggi. Un mix che, sebbene necessiti ancora di essere ben amalgamato, è l’elemento più interessante della piéce il cui contenuto rischia spesso di cadere nel cliché e nell’eccessiva caricatura. L’esperimento, che è stato giustamente definito “concerto teatrale”, soffre a tratti la grandezza del palco e la distanza fisica con il pubblico, mentre troverebbe più efficace collocazione in contesti intimi e alternativi alla sala teatrale, sottolineando così la sua natura di divertissement e permettendo al pubblico, grazie a una fruizione più diretta, di prendere parte, come confidente privilegiato, alle divertenti e assurde rivelazioni delle tre “comari”.

Camilla Lietti

The Merry Wives of William
scritto e diretto da Laura Pasetti
con Firminia Adorno, Maria Calvo, Laura Faoro
musiche di Roberto Andreoni
coproduzione Piccolo Teatro di Milano e Charioteer Theatre