Non avevamo informazioni né sapevamo cosa aspettarci, ma siamo rimaste piacevolmente colpite. La scena spoglia ci ha permesso di focalizzare l’attenzione sui ballerini, mentre danzavano nelle loro tute bianche.
Ci ha trasmesso un senso di serenità.
Eleonora e Anna, 19 anni, studentesse di economia
Per tutta la durata della pièce mi sono chiesta il significato di quello che stavo vedendo. Non c’era una trama, non c’era armonia nei movimenti, la musica era piuttosto difficile. Ho dovuto dare un senso alla mia visione e mi sono data una risposta: per me i ballerini erano coralli o alghe mosse dalle correnti sotto il mare. Il momento più coinvolgente è stato quello in cui i danzatori si attraevano e respingevano con i movimenti delle mani.
Paola, 46 anni, impiegata nel settore abbigliamento
Ho provato una sensazione di benessere, quasi un incontro con la natura. È stato molto rilassante. All’inizio mi è risultato difficile capire; sembrava quasi che ognuno seguisse una linea propria, ma a un certo punto mi sono accorta che alcuni movimenti erano ricorrenti anche se venivano eseguiti ogni volta in modo diverso. Molto belli i pezzi d’insieme, specialmente nel finale.
Lucia, 53 anni, libera professionista
Non ho mai visto uno spettacolo di Fabrizio Favale prima d’ora. I sentimenti che mi ha evocato sono stati tranquillità e armonia. Mi è rimasta particolarmente impressa la sequenza in cui i danzatori, riuniti in una formazione diagonale, entravano e uscivano dall’ultima quinta. Sembravano degli uccelli che migrano!
Sara, 20 anni, studentessa
A cura di Silvia Baldo e Roberta Demoro
The Rain Sequence
coreografia Fabrizio Favale
progetto Circeo coprodotto da Théâtre National de la Danse Chaillot, Paris, Le Supplici / Kinkaleri
Visto a MilanOltre il 1 ottobre 2017
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView