Inafferrabile, come una nuvola che cambia continuamente il suo aspetto. Seduto nella sala Sala Fassbinder del Teatro Elfo Puccini, lo spettatore si trova di fronte un panorama mutevole: un ordito all’apparenza inaccessibile le cui logiche si svelano progressivamente con naturalezza, come verità ancestrali da tempo dimenticate.

Lo storico gruppo MK torna a Milano con Meteorologia, una coreografia di Michele Di Stefano ripresa da Biagio Caravano. Protagonisti del lavoro sono gli studenti del corso di Danza contemporanea della Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano, impegnati in un ininterrotto e stupefacente “reloaded”. 

Accompagnato da una musica fragorosa il primo pezzo è un trionfo di corpi vibranti e flessuosi, di abiti dai colori accesi e di movimenti dallo stile hip-pop/underground. Sembra di essere in un videoclip di inizio anni duemila: uno dopo l’altro, i danzatori guadagnano il centro del palco e si lanciano in una danza sfrenata ma estremamente precisa e complessa nei movimenti. Non c’è un attimo di quiete, il ritmo è serratissimo.

Si passa poi all’anima dell’intero spettacolo, a ritmi sfrenati, luci violente, bui improvvisi, movimenti che fendono l’aria come una lama è qui che si diventa davvero parte di una meteorologia. Le atmosfere si fanno più enigmatiche, ermetiche, ma, allo stesso tempo, più avvolgenti e calde rispetto all’energia esplosiva della fase precedente. I danzatori sono quasi sempre tutti in scena, in una moltitudine di movimenti “filanti”. Tra i corpi si rompono e si instaurano continui legami e scambi di energia, come a comporre e scomporre le molecole di un fluido. Lo spettatore viene calato in questa atmosfera, la vive e la respira, ne viene letteralmente avvolto, ed è qualcosa che va oltre, ben più lontano dello spazio scenico attraversato dai danzatori.  

In ogni istante si ha l’impressione che l’ambiente venga progressivamente dilatato, e allo stesso tempo perfettamente co-abitato da tutti i performer in scena, che occupano la scena in modo così pieno e armonioso da creare una fenomenologia di suoni, folate, respiri, piogge, maree. Il loro stesso esistere risiede nel moto instancabile, nell’armonia di un corpo vibrante che insieme a un altro crea continue connessioni di occhi, di sguardi, di ginocchia o di dita che compongono legami deboli. Una meteorologia in cui il vento non è nient’altro che vento, la pioggia nient’altro che pioggia: questi corpi non pensano a cosa fanno o a cosa sono, esistono e danzano in quel preciso istante.

La rosa fa la rosa e non si chiede la ragione del suo essere, «una rosa esiste senza un perché», per citare il poeta e mistico Angelo Silesio.

Si passa poi ad altri racconti: 7 pezzi in tutto per 8 danzatori come dice il titolo (erano 14 nella versione originale del 2016). In questo moto perpetuo i danzatori attraversano diverse dimensioni spaziotemporali, in cui alla condivisione si alternano momenti di contrasto e di scontro.

Il collettivo MK non fa altro che dirci che siamo nati per fluire nell’atmosfera, nella meteorologia che ognuno di noi crea e che non può esistere se non nella meteorologia creata dall’altro. I più piccoli gesti e i grandi movimenti del corpo ci ricordano che è possibile concederci di coabitare, tenendo conto degli altri corpi ma anche dello spazio vuoto che ci circonda. 

In questo ritorno alla natura più vera dell’uomo nessuno può tradire sé stesso. Ci ritroviamo a essere quello che siamo: umani, proprio come una rosa che, senza saperlo, non è altro che una rosa.

Stefania D’Uggento


in copertina: foto di Marina Alessi

METEOROLOGIA RELOADED
a cura di Biagio Caravano
basato su Meteorologia 7 pezzi politici
coreografia di Michele Di Stefano
ripresa a cura di Biagio Caravano
performer Mirko Donsanto, Andrea Filidei, Matteo Marongiu, Federico Rassu, Francesco Romagnoli, Eleonora Strobino, Francesco Valli, Yeva Sai
produzione Klm /mk
co-produzione MILANoLTRE Festival

Questo contenuto è esito dell’osservatorio critico dedicato a MILANoLTREview 2024