White Pages, che debutta per la prima volta a MILANoLTRE, di cui Perego è artista associato, è un progetto intimo dedicato a rappresentare i tre pilastri su cui si è costruita la vita coreografica del performer, dagli esordi a oggi. Il tempo, come luogo e dimensione creativa; il dinamismo, emotivo e fisico; il silenzio, come concetto ciclicamente presente nella vita di Manfredi, a partire da uno dei suoi primi lavori nel 2013, Grafiche del silenzio. Elementi indefinibili ma allo stesso tempo concreti, che rappresentano innumerevoli spazi e possibilità, esattamente come le pagine bianche che danno il titolo all’opera.

Tre disegni, tre pensieri liberi hanno preso forma attraverso il corpo di Lucia Nicolussi Perego, madre di Manfredi e danzatrice di settant’anni, per il tempo; attraverso i movimenti dei quattro giovani danzatori del Balletto Teatro di Torino di cui Perego è coreografo residente, per il dinamismo; e attraverso i genti della moglie Chiara Montalbani, per il silenzio. Un’opera “incarnata da individui che portano con sé sia una tenera connessione viscerale con il coreografo, sia un bagaglio generazionale, somma di corpi di età diverse, messi a confronto, a servizio di una narrazione che racconta il percorso di una maturazione: uno scorrere silente, composto da un tempo che passa e dalla sua intrinseca dinamicità.

«Far interpretare il primo pezzo della triade a mia madre non è tanto da intendersi come una dedica personale, – afferma Pergo – quanto la volontà di scegliere un corpo che più di tutti rappresentasse l’essere umano forgiato dal tempo, dove la vita che scorre, richiama lo stesso fluire dello sviluppo creativo che cerco di portare in scena»

Ci appare così un corpo di donna dal volto vissuto. Centrale, presente, magnetica, la figura, sciogliendo le braccia appoggiate maternamente sui fianchi, ne sonda lo spazio, guidandole con un’antica consapevolezza: sinuose, dritte e forti.

Con il Balletto Teatro di Torino, al centro del secondo nucleo dell’opera, Perego ha un rapporto costante da tempo. «Il BTT mi ha sempre permesso di creare con disinvoltura e dare fisicità ed emozione alla mia elaborazione artistica. Due elementi imprescindibilmente collegati», rivela il coreografo «capaci di creare un sottotesto di relazioni tra stati emotivi che diventano azioni e azioni che diventano emotività».

Traspare così in scena un fare corpulento ma raffinato, dove lo stile dei giovani danzatori, contraddistinto da sfumature volutamente acide e ruvide, si alterna con moti ondosi collettivi, movimenti simbolici e sincopati di vita quotidiana. Inserita sapientemente su un palco algido, geometricamente delimitato da luci che ne riducono all’essenziale l’intero perimetro, la scelta musicale di Paolo Codognola funge da collante, intersecandosi tra suoni elettronici, assenze sonore e schiocchi di lingua, che continuano a dare ritmo anche quando un ritmo non c’è.

«In Chiara, invece, sono riassunti dieci anni di lavoro. I suoi sono un corpo e una mente depositari di tutto quello che è stato il mio percorso. Siamo due artisti completamente diversi», confida il coreografo, «e tali diversità ci costringono a continui scontri che diventano inevitabilmente stimoli. La sfida mi piace, perché mi obbliga a cercare un me stesso diverso, in continua maturazione».

La capacità di passare da un’emozione all’altra e la sconvolgente velocità nelle transazioni facciali della danzatrice, creano l’illusione di assistere al cortocircuito di un essere simil-robotico, innescato da un’emotività e una fisicità maturate nel tempo e ormai incontenibili. La sequenza è satura della potenza espressiva di Montalbani, definita da Perego «… un’ artista da maneggiare con cura». «Il risultato raggiunto in scena implica una chiarezza di scrittura, una concettualità e una ricerca di movimento non lasciati al caso».

E, non a caso, alla potenza espressiva della Montalbani è affidato il compito di rompere il silenzio: un sussurro, una frase, «Uomo perduto / naviga silenzi / nel tempo dinamico». Con le mani incrociate dietro la nuca, respirando osserva il pubblico: da guardata diventa “guardante”. Buio.

Alessia Astro


WHITE PAGES

Dedica al tempo
coreografia Manfredi Perego
performer Lucia Nicolussi
produzione Tir danza MP.ideograms
co-produzione MILANoLTRE Festival

Dedica al dinamismo
coreografia Manfredi Perego
performer Balletto Teatro di Torino
musiche Paolo Codognola
produzione Balletto Teatro di Torino
co-produzione MILANoLTRE Festival

Dedica al silenzio
coreografia Manfredi Perego
performer Chiara Montalbani
produzione Tir danza MP.ideograms
co-produzione MILANoLTRE Festival


Questo contenuto è esito dell’osservatorio critico dedicato a MILANoLTREview 2024