Alcuni dei lavori che presenti quest’anno a MilanOltre (La Bellezza ti stupirà e Corpus Hominis) fanno parte della trilogia “Ode alla bellezza”: com’è nato questo progetto e in che direzione è andata la tua ricerca?
È un progetto sulla marginalità. Si tratta di un lavoro molto lungo e complesso, che è iniziato con una fase soprattutto documentaria. Ad esempio per La Bellezza ti stupirà sono andato a intervistare dei clochard a Roma, Bologna e Cagliari: ho raccolto le loro testimonianze, che poi sono diventate parte del progetto. Inizialmente non sapevo dove collocare bene questo materiale, avevo solo un’idea generale: nel caso della Stanza del principe volevo dare semplicemente ai senzatetto un’aura nobile, da principe appunto. E forse proprio da qui è nata l’idea di collocarli in un ambiente totalmente altro rispetto al loro, farli quasi sfilare in una sfilata di moda. Si tratta certamente di qualcosa di effimero rispetto al loro mondo, tuttavia questo contrasto risulta estremamente interessante, perché permette ai loro volti e alle loro espressioni di emergere.
Come si è svolto il lavoro con i senzatetto?
C’è stato un grande lavoro sulla musicalità dei loro corpi, sul suono, sul respiro, sulla loro camminata.
Inoltre ho cercato di mantenere un rapporto specifico col territorio: ho lavorato in varie città di Italia e ora lo farò per una settimana a Milano. Sarà una sfida, perché la realtà milanese è più articolata rispetto alle altre, ed è ulteriormente complicata dalla questione dei migranti, che a Milano è centrale. Sarà sicuramente un lavoro impegnativo.
Spesso i suoi lavori non si limitano ai palcoscenici; anzi, sembrano voler esplorare spazi completamente nuovi e molto diversi tra loro. Perché questa scelta?
Alcuni progetti sono pensati per il teatro, altri no. Sia Corpus Hominis sia La bellezza ti stupirà starebbero stretti in uno spazio teatrale tradizionale e non funzionerebbero. È il motivo per cui, se anche è realizzato in teatro, Corpus Hominis si avvale di un ambiente anticonvenzionale, senza platea, quasi un cubo nero. La Bellezza ti stupirà, invece, utilizza uno spazio molto particolare, del tutto alieno al teatro: il Nonostante Marras, concept store e spazio espositivo polivalente collocato tra le mura di un’ex officina. Si tratta di lavori pensati non per una visione frontale, ma per essere osservati dai quattro lati: concentrarsi sul site specific valorizza e dà finalmente respiro sia alla materia sia allo spazio circostante.
Giulia Liti
Questo contenuto è parte dell’osservatorio critico MilanOltreView