Nelle pagine di questo numero diamo spazio a due iniziative complementari, entrambe di grande valore, nate in seno al dipartimento di Lingue e Letterature straniere dell’Università degli Studi di Milano. Appetiti in scena, un ciclo di incontri ideato da Caroline Patey e realizzato in collaborazione con il Piccolo Teatro, è un affascinante viaggio tra i banchetti, le feste e le cerimonie del teatro europeo: dai sanguinari pasti della tragedia greca alla strabordante pancia di Falstaff, dal cibo immateriale di Beckett e Ionesco fino ai cannibali di George Tabori.
Il progetto ExpoShakespeare – curato da Maracristina Cavecchi e Margaret Rose e pensato come un articolato laboratorio partecipativo per gli studenti – ha invece scandagliato i testi del Bardo attraverso la lente del cibo: accanto a studiosi di teatro inglese sono stati coinvolti esperti di nutrizione, professionisti del mondo del teatro, psicoterapeuti. Un coraggioso progetto interdisciplinare che ci ricorda come il corpus shakespeariano (proprio come ogni classico che si rispetti) è tutt’altro che eredità statica e polverosa, ma un punto di partenza per interrogare gli aspetti critici del nostro presente.

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