A Milano l’estate del teatro è iniziata con un teatro che chiude. È (era) lo Smeraldo di Gianmario Longoni, imprenditore dello spettacolo che i lettori di “Stratagemmi” avevano già avuto modo di conoscere in un’intervista (numero 17, marzo 2011): ci occupavamo allora del Teatro Lirico, sala storica della città destinata a un lungo letargo da inadempienze e ritardi di Comune e privati. Tra questi privati c’era appunto Longoni, che per un certo periodo ha guidato una cordata pronta a rimettere a nuovo il teatro. Non si ottenne nulla. Oggi, a qualche anno di distanza, Longoni si ritira anche dal progetto dello Smeraldo. Lascia il posto a Oscar Farinetti di Eatitaly e al suo megastore dell’eccellenza alimentare, dal pomodoro di Pachino al prosciutto San Daniele. La calda sera dell’addio, in piazza XXV Aprile a Milano, nel teatro svuotato, come addormentato, con le sedie estirpate dalla platea e i camerini freddi, spogliati, grappoli di visitatori percorrevano i corridoi e il labirinto del grande teatro. Alcuni – riferiscono testimoni – piangevano un po’. Be’, che c’è di strano? È giusto essere tristi quando un teatro chiude. Anche perché per la cultura e per i teatri non vale il detto ‘morto un papa se ne fa un altro’. Si diceva in giro che Longoni stesse valutando di ricominciare l’avventura da imprenditore dello spettacolo alla Bovisa. Ma erano solo voci, appunto. “Non potremo costruire un teatro tenda. Il comitato del parco Franco Verga ci ha comunicato che non c’è più questa pos6 sibilità,” ha detto Longoni in conferenza stampa. E resta su carta il progetto dell’architetto Pierluigi Nicolin: un nuovo teatro Smeraldo in muratura con 3050 posti. Ma se Milano ha perso un teatro, la Calabria si è lasciata indietro un festival (almeno per quest’anno). È la Primavera dei teatri di Castrovillari, rassegna d’eccellenza per gli amanti della ricerca e della sperimentazione teatrale, organizzata per dodici edizioni dal gruppo Scena verticale. Di solito la rassegna si tiene a maggio. Quest’anno, no. A un accorato appello del critico teatrale Renato Palazzi, sottoscritto da colleghi e operatori del settore, ha risposto Mario Caligiuri, assessore alla cultura della Regione Calabria: “Il nuovo bando è di prossima pubblicazione”. E il critico, di rimando: “Troppo tardi perché Pdt possa svolgersi nel periodo previsto”. Che le cose non stiano andando come dovevano lo si percepisce anche da questo titolo del “Corriere della Calabria”: La Regione dei grandi eventi innovativi cancella quelli più longevi (e premiati). Oltre 7 milioni di fondi Por-Fesr per altrettante manifestazioni nel triennio 2012/2014, ma il teatro non è fra i tematismi previsti dal bando. Insomma, le preoccupazioni di Palazzi non sembrano infondate. Resisterà pure il Magna Graecia Festival, con Albertazzi alla direzione. Ma niente Primavera per Castrovillari. Forse proprio quella cosa di cui la scena teatrale italiana si nutre, a dispetto della crisi: incontri, suggestioni, reti, novità nate dallo spirito creativo di gruppi di giovani con le idee chiare e voglia di emergere.
Altrove, per fortuna, non cala il sipario. Si è appena concluso Inequilibrio a Castiglioncello, raffinato e volenteroso con le sue proposte inedite. Arriva presto Drodesera, a Dro, Trento. E ci si prepara a scendere in piazza anche Santarcangelo, Ravenna, dal 13 al 22 luglio, per la quarantaduesima edizione del Festival internazionale del teatro in piazza (quest’anno nuova triade alla direzione con Silvia Bottiroli, alla direzione artistica, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci alla condirezione). L’organizzazione ha rivolto un invito a giovani critici (under 35), sia italiani che stranieri, per confrontarsi sulla scena teatrale contemporanea. I posti per il seminario sono andati in fretta esauriti (ma “Stratagemmi” ci sarà). Ancora una volta la dimostrazione che in Italia non siamo sepolti vivi: resistono voglia di fare, mettersi alla prova, confrontarsi, costruire nuovi ponti, tra professionalità ed esperienze. Anche in campo teatrale. E proprio dalla critica e dall’insegnamento della sua pratica si occupa il Taccuino, dove vengono riassunti (senza pretesa di esaustività), alcuni dei più significativi esempi di seminari ed esperienze di formazione dello spettatore e di educazione alla critica. Due pratiche che vanno di pari passo e che stanno prendendo sempre più piede, in Italia e all’estero, sotto diverse forme: corsi nelle università e seminari per giovani critici, percorsi di formazione del pubblico, avviati all’interno dei festival o parallelamente alle stagioni teatrali, laboratori per gli studenti delle scuole. Esperienze importanti e necessarie, per solidificare alla radice un apparato culturale sempre più frammentato.
Abbiamo voluto raccoglierle per farne tesoro e prepararci ad avviare, a partire da settembre, dei percorsi di formazione nelle scuole superiori di Milano e provincia, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo.Nella prima parte un percorso diacronico che prende le mosse dall’Atene della tragedia e dei sofisti, per approdare all’ex magna Grecia degli spettacoli classici all’anfiteatro di Siracusa, organizzati ogni anno dall’Inda; in mezzo, si passa per le ricerche intorno alla prospettiva e all’architettura scenica del Cinquecento, e attraversando l’Atene dei giorni nostri, dove i tedeschi Rimini Protokoll raccontano la crisi tramite una personalissima rivisitazione del Prometeo incatenato di Eschilo. Dall’attenta analisi di tre tragedie greche (Prometeo, Elettra e Filottete), il primo degli Studi individua due scuole educative che si contendono il primato nel panorama culturale dell’Atene classica: la novella filosofia dei sofisti si scontra con l’imperituro modello etico del padre della grecità, Omero. Le ricerche sulla prospettiva, di lontana ascendenza classica (Gemino e Vitruvio nel I sec. a.C.), come base dello sviluppo dello spazio scenico e dell’architettura urbana nel Cinquecento: questo l’oggetto del secondo contributo. Il terzo saggio riporta bruscamente nella realtà controversa dell’oggi, tempo di crisi, seguendo lo spettacolo Promtheus in Athens dei Rimini Protokoll prima nel suo grandioso esordio ateniese (luglio 2010), poi nella sua versione ‘ridotta’ al Piccolo di Milano (maggio 2012). Infine un’attenta ricognizione del quarantottesimo ciclo di rappresentazioni classiche promosso dall’Inda al teatro greco di Siracusa: emergono positivissimi segnali di una maggiore attenzione alle qualità di scenografia, regia e interpreti, con l’archistar Rem Koolhaas che firma il progetto delle scene, Claudio Longhi e Roberta Torre che vincono il confronto coi mostri sacri del teatro greco, e il dinamismo perfetto della Martha Grahm Dance Company ad animare le parti corali.
Ottime premesse per continuare a guardare avanti, con speranza, nonostante la crisi.